Regia di Giulia Innocenzi, Pablo D'Ambrosi vedi scheda film
Un bel documentario su uno (l’industria agroalimentare) dei maggiori cardini del capitalismo che continua a imperare ed imperversare da almeno 50 anni. Purtroppo creando più danni che vantaggi alle moltitudini, però.
400 miliardi di sussidi (non si capisce in che lasso di tempo, forse per disattenzione di chi scrive: ma comunque in pochissimi anni è evidente, cinque al massimo) che l’Unione Europea eroga per gli allevamenti intensivi. I cui gestori però, come qui si vede, sono usi infrangere tante regole, tutte necessarie per il benessere della salute degli animali come degli esseri umani.
Interessante, e veritiera, la denuncia di Giulia Innocenzi contro alcuni dei mali più ricorrenti del capitalismo dei nostri tempi:politici, scienziati e giornalisti corrotti (non tutti, ma molti sì, e comunque più che a sufficienza, purtroppo) per dire e fare cose contrarie alla loro deontologia, su presupposti contrari alla verità. Eppure lo fanno: infatti a loro conviene. Mentendo, e/o addirittura delinquendo, hanno fatto più soldi e più carriera di quelli che farebbero se, invece – come però dovrebbe essere il loro unico scopo - promuovessero il bene medio di tutti.
Il film mostra proprio come mentire, e come fare passare ciò che è scorretto (che però è il meglio per una minoranza di scorretti, di solito ben ricca) come il meglio per tutti, sia proprio storicamente la maggior convenienza per politici e giornalisti.
Lo sfruttamento dei lavoratori, e l’intimidazione, vengono mostrati per ciò che sono.
Ottima è la gestione, nel senso giornalistico e documentaristico del termine, e dunque buono, della tensione. E non solo per l’ottima colonna sonora.
Onore dunque a documentari come questi: permettono, con onestà e impegno civico, agli elettori una conoscenza della realtà non così falsa come quella che ricorre nei mass media – privati ma anche pubblici -, ampiamente asserviti all’élite più ricche.
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