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La studentessa

Regia di Fabio Piccioni vedi scheda film

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La recensione su La studentessa

di mm40
2 stelle

Roberta è giovane, disinibita e molto curiosa; una studentessa a cui non interessa affatto studiare, ma che desidera sperimentare incontri ravvicinati con maschi di ogni tipo. E non solo.


Non pochi sono i misteri attorno a questa sgangherata pellicola erotica presumibilmente vista da pochissimi spettatori già all'epoca della sua uscita e finita quindi (giustamente, bisogna riconoscere) nel dimenticatoio. Tanto per cominciare, sembrerebbe essere l'esordio nel cinema di Cristiana (Christiana) Borghi, diciassettenne all'epoca delle riprese, imposta dal produttore Gianfranco Piccioli, che la volle nel coevo Puttana galera! da lui stesso diretto. Così almeno sostiene Marco Giusti nel suo Dizionario stracult della commedia sexy, anche se nello stesso 1976 la Borghi sicuramente compare anche in un altro titolo, Il demonio nel cervello, per la regia di Marco Masi. Altra questione intrigante per gli appassionati del cinema di genere nostrano è quella legata poi a Fabio Piccioni, che dovrebbe essere qui alla sua opera seconda dopo Si può fare molto con 7 donne (1972) e che ben presto sparirà dai radar del cinema, limitandosi a firmare qualche sceneggiatura (ruolo, quello dello sceneggiatore, dal quale d'altronde proveniva). Piccioni lavora in estrema economia per La studentessa, sfruttando la bellezza della sua interprete principale – e ovviamente le sue grazie denudate – e un titolo abbastanza pruriginoso, ma a tutti gli effetti non così impressionante per il pubblico dell'epoca abituato a vizi, malizie, perfino allusioni incestuose. La trama del lavoro è decisamente labile, tutto ruota attorno a una ragazza senza troppe inibizioni che non vede l'ora di finire a letto con praticamente chiunque, finendo pure nell'ombra della prostituzione; per il 1976 poteva senz'altro esserci una ragione dietro alla realizzazione di un film simile (vale a dire: un folto pubblico guardone nelle sale di provincia), ma oggi in tutta franchezza la visione de La studentessa può appassionare solamente i cultori di questo tipo di opere poveristiche e datate, senza pretese e in un certo qual modo nostalgiche. Da salvare le musiche di Augusto Martelli, copione di Piccioni e di Francesco Orazio di Dio, che figura anche come suo assistente. 2/10.

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