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La ragazza con gli stivali rossi

Regia di Juan Luis Buñuel vedi scheda film

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La recensione su La ragazza con gli stivali rossi

di Zarathustra
4 stelle

Il cognome c'è, manca tutto il resto. Juan Luis Bunuel nel 1974 è alla sua seconda regia con il film "la ragazza con gli stivali rossi". Il manierismo dell'opera è quasi scontato, il peso di un padre come Luis Bunuel non è poca cosa. Juan non ha uno stile suo, tutto è imitazione ed esasperazione della tecnica del padre; il surrealismo banalizzato non può più chiamarsi tale, il gratuito distrugge il concetto stesso del surreale e lo porta a conseguenze di decadenza. Juan è un regista ingenuo con molta fantasia sempre mal adoperata, non ha una sua idea registica e prova a rielaborare quella del padre. Il risultato è manierismo allo stato puro, esaperazione dei modi, esagerazione nel caricare personaggi e situazioni e soprattutto il non dire assolutamente nulla. La critica sociale alla borghesia solo si intravede senza convizione e cadendo troppo spesso nella banalità, l'invettiva sperimentale è usata solo per smuovere un pò la vicenda che non convince mai, le atmosfere sono forzate e prive di qualsiasi sottofondo poetico o filosofico; il surreale così facendo è prostituito alla velleità di un non-autore che cerca nella copia una sua esistenza. Comunque ci sono anche in questo film delle scene da salvare, su tante invenzione buttate là qualcosa di interessante la si può trovare; ad esempio la scena della cena che vede al tavolo i tre personaggi principali scrutati da un movimento di macchina continuo da destra verso siunistra e viceversa, ma ci sono anche alcune trovate surreali riuscite su tutte la scarpa in testa al medico o lo strano gioco degli scacchi a tre piani. Questi sprazzi di genialità bunueliana però sono davvero troppo pochi e sempre vani, senza una vera forza: il padre è troppo troppo lontano! Non basta ne l'aiuto alla sceneggiatura dato da Carriere ne il contributo di attori (sempre bunueliani) come Rey e la Denevue. E pensare che il '74 è l'anno di un capolavoro di papà come "il fantasma della libertà", povero Juan...

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