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Challengers

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

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Utente rimosso (MatuamadreQGP)

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La recensione su Challengers

di Utente rimosso (MatuamadreQGP)
stelle

Al di la di tutto, il film resta valido eccome, almeno 7½ E non parla sicuramente di rapporti gay o quant'altro, magari un accenno alla promiscuità, ma si tratta piuttosto di una più banale e solida storia di risentimento, gelosia e rivalsa, ma ancor più, di una storia di leale amicizia virile!

Rovinata da un assurdo smash finale, così sospinto da una enfasi tale... che sarebbe stata ridicola persino se rapportato ad una di quelle schiacciate infinite nel mondo “anime” della pallavolo di “Mimì Ayuhara”  e sua cugina Mila di “Mila e Shiro – due cuori nella pallavolo”; veramente una grave pecca questa commessa dal regista, lui sì, notoriamente, schieratamene, omosessuale. Ma questo non lo discolpa dal non riconoscere che un gesto tale nel tennis non s’era mai visto. John Houston Docet!

Josh O'Connor, Mike Faist

Challengers (2024): Josh O'Connor, Mike Faist

 

Quanto al resto, il tennis, quello vero, giocato, è davvero ben inquadrato e ripreso, rende bene l’idea di cosa sia un incontro.

La stessa Zendaya, acclamata dai fan di tutto il mondo, che reputo comunque un’attrice ancora piuttosto acerba... qui riesce comunque a farsi apprezzare: nonostante le eleganti ma piuttosto esili braccia per esser quelle di una campionessa di tale livello, definisce ottimamente il personaggio sul campo; il modo in cui flette gli arti, lunghi e nervosi, mentre scocca i colpi con determinata grinta, quasi ferocia, restituisce in maniera eccezionalmente concreta e attinente la figura e la verve, di una vera campionessa di tennis in ascesa. Davvero plausibile. Veramente brava.

A tal proposito, ricorda tanto la nostrana, seppur mezza oriunda, Camila (non Camilla) Giorgi, avvenente quanto promessa smentita del tennis azzurro di pochi anni fa... che giusto oggi mi è capitato di incontrare su youtube, al solito come capita a tali personaggi, assediata dai nefasti “odiatori” senza motivo – e senza senso.

Direi pressoché perfetti anche i due sfidanti.

Già! Gli sfidanti... ad un certo punto, nella prima scena ad alto tasso erotico, quella della conturbante pomiciata a tre, mi è venuto in mente una delle citazioni più memorabili del divertentissimo “Trinità”  del bel Terence che fu – “fate una cosa.. rompetevi le ossa! Chi resta in piedi... vince una scopata con questa strafiga!”...  ecco, questa mi ha reso la situazione più... diciamo così... digeribile.

 

Ora, più in profondità, Tashi Duncan è una giovane donna... ma ancor più, e prima di tutto, è una sportiva, un’agonista di razza ormai sconfitta dalla vita, che imputa all’ex amante Patrick di aver posto fine alla sua carriera... in quanto, nel loro passato, dopo un amaro incontro/scontro – a letto – si ritrovò in campo a giocare in un torneo importante ai fini della sua carriera, devastata dal risentimento e, così deconcentrata, incappò nel fatidico infortunio... grave, di un’entità tale che porrà fine alla sua carriera.

Il rapporto che legava la ragazza a Patrick era quello paragonabile ad una sorta di... un qualcosa appena più intimo di un “trombamico” in quanto i due vivono il rapporto alla distanza: lui sempre in giro per tornei professionistici, lei frequentava l’università prima di passare al professionismo... ma la bella e promettente tennista ne fu comunque attratta fin da subito per via di quella  strafottenza garbata  che il giovane (un rampollo in fuga dalle responsabilità a cui l’altolocata famiglia vorrebbe richiamarlo), da sempre ostenta... e pure la sua abilità come tennista. E comunque questo è bastato a Tashi per sentirsi ferita nel profondo dell’intimità di un letto condiviso... si è trovata irrimediabilmente vulnerabile, scoperta, come un improvviso pallonetto... quando in un eccesso di ego, il partner, comunque molto preso da lei, le fa notare l’indole superba e determinata. Azzeccandola in pieno!

Così pervasa dal risentimento, poco dopo Tashi scenderà in campo per nulla concentrata, ed incapperà nell’errore che porrà irrimediabilmente fine alla sua promettente e brillante carriera ed ai suoi slanci di gloria...

La ritroviamo qualche anno dopo, mentre visibilmente dubbiosa, esce dal letto di una stanza d’albergo, che ora condivide quotidianamente con colui che un tempo era l’inseparabile amico/rivale... del suo ex.

Ed insieme a costui, ha messo su famiglia. Un'improbabile famiglia.

Una famiglia dove il tennis è al centro di tutto, la figlia (molto trascurata, sempre affidata alla nonna materna), la famiglia, il marito, sono appunto ai margini di questa sorta di impresa a conduzione famigliare, dove Tashi, ormai ex tennista, è il manager, l’allenatore, la guida eh... di tanto in tanto, la moglie...

Avvenente moglie, di una sensualità vellutata ma risoluta, diretta, come il suo carattere, mai domato, nemmeno da quel tragico infortunio. Donna splendida, desiderabile quindi, e una volta soltanto, infedele... ma solo per necessità virtù: l’intento è quello poco sportivo di salvare baracca e burattini: come in una proposta indecente alla rovescia, Tashi si offre di andare a letto con l’ex, oramai supplicante, implorante... per un ultima notte di sesso o amore che sia... solo per convincerlo a vendere l’incontro che l’indomani lo vedrà scontrarsi con il suo vecchio amico/rivale in una finale di torneo... a perdere, affinché il marito, in fase agonistica ormai discendente, ritrovi il suo vecchio smalto e possa rilanciarsi a livello internazionale.

L’ex in questione, dapprima rifiuta, ma poi, completamente devastato dal desiderio e pure dall’affetto che ancora cova per la ex, cede alla poco lusinghiera proposta indecente, pur di riavere la possibilità di stringere nuovamente a se la donna rimpianta e mai dimenticata.

Josh O'Connor, Zendaya

Challengers (2024): Josh O'Connor, Zendaya

 

Donna che gli è costata anche la longeva, eterna amicizia con l’amico... amico che prima lo ha tradito, poi soppiantato nel letto della bella ormai ex campioncina... la stessa che un tempo, da neofiti in quel mondo elitario, si spartirono goliardicamente a forza di punti sul campo e tra le lenzuola.

A spingere Art, un tempo l’amico, ora il rivale... nel liberare più che fregare, la donna all’amico, sarà l’affetto più concreto che costui cova nei riguardi della bella ragazza... anche lui come Patrick ne ammira il gioco... entrambi ne restano ammirati ed ammaliati indissolubilmente... ma c'è dell’altro: Art comincia a sentirsi stretto nei panni dell’amico “mancante”, sempre a rimorchio del suo “socio” più scafato, più disinibito, più spirito libero che prende tutto quello che si può senza dover mai rendere conto a nessuno, neanche alla famiglia, a lui soffocante e da cui ha preso le distanze.

No, Art mette più cuore nelle cose, nelle relazioni, è più responsabile, e teme che Patrick possa nuocere a Tashi, nonostante questa si ostini a dichiararsi non innamorata dell’ amico farfallone. Decide quindi che è venuto il momento di liberarsi del carisma dell’amico, ormai ingombrante a lui quanto assente per Tashi... e farsi avanti.

Ma la realtà è un’altra. E sarà proprio durante quello che doveva essere uno dei fugaci amplessi rubati sulla rotta verso l’ennesimo torneo, che Patrick e Tashi, si faranno prendere in una accesa discussone quale, di li a poco, porterà tutti e tre gli angoli del triangolo amoroso, a perdersi per sempre.

O forse no...

Mike Faist, Zendaya

Challengers (2024): Mike Faist, Zendaya

 

Seppur il marito, sembri comunque ben consapevole di essere solo un rimpiazzo, appunto... e la svogliatezza che ne deriva, in uno sportivo di razza come lui, subito si tramuta in un calo di rendimento, inizia a scivolare verso il baratro di una improbabile vita fuori da quel rettangolo verde a lui tanto sicuro... e contro quel tipo di vita, per chi ha vissuto sempre e solo di sport... non c’è tecnica o tattica che tenga! (la scena del risveglio nel letto in uno dei tanti salti temporali del film, è più che eloquente).

Mike Faist, Zendaya

Challengers (2024): Mike Faist, Zendaya

 

Che resta da dire ancora? L’accusa che taccia il film d’esser uno spot propaganda per la controcultura omosessuale, direi che può decadere fin da subito: Guadagnino ha già dato fin troppo in quel senso...

Che i due protagonisti, nonostante i lecitamente discutibili gusti del quotato regista, noto paladino dell’universo “gay”... non sono affatto omosessuali... l’ho già ribadito nella mia premessa... anche se a quel gran paraculo di Guadagnino piace darcelo ad intendere... una strizzatina d’occhio ce la butta. Eccome. J

Cos’altro? Vediamo... ah sì! All’inizio troverete disturbante la colonna sonora – ritmi tecno e house – bombardante, incalzante... ma che diviene poi quasi necessaria a sottolineare distinti momenti del film, e che ben trasmette a tratti l’ansia, ma soprattutto l’adrenalinica enfasi degli incontri scontri – fuori e dentro il rettangolo... fuori e dentro il letto.

Da vedere almeno una volta, siate voi tennisti o meno, eterosessuali o meno.

Zendaya

Challengers (2024): Zendaya

 

Ps. Curioso notare come il film sia piombato nelle sale giusto in concomitanza dei successi ottenuti dalla’altoatesino Yannik Sinner, ormai ai vertici delle classifiche d questo sport un tempo elitario e più sano; ora alla portata di tutti, già... come il ciclismo di Fantozzi...

Voto 7½

 

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