Regia di Mario Sequi vedi scheda film
Sardegna. Stanis fa ritorno dopo qualche tempo al paesino d’origine. Trova il potente Efisio Barra a spadroneggiare; non solo controlla il mercato del latte, ma insidia anche la fidanzata di Stanis. Che si ritrova perciò costretto ad agire.
È inevitabile che il primo pensiero, alla visione di questo Altura, vada a Banditi a Orgosolo, che Vittorio De Seta girerà dodici anni più tardi; in realtà la più probabile parentela stretta per questo lavoro di Mario Sequi è quella con il recente In nome della legge (Pietro Germi, 1948), ambientato in Sicilia su tematiche affini, mentre De Seta difficilmente si può essere ispirato, nella sua pellicola d’esordio nel cinema a soggetto, ad Altura. Questo perché il lavoro di Sequi è maggiormente incentrato sulla storia, sull’azione, che sull’ambientazione e sul contesto, sull’atmosfera, come farà un regista ‘pittorico’ quale De Seta; al tempo stesso in Altura mancano le nette istanze civili, le denunce che Germi aveva portato avanti nel suo di poco precedente film. In sostanza questo, che è uno dei primissimi titoli diretti da Sequi, è un discreto dramma isolano con intreccio piuttosto prevedibile e altrettanto scontato lieto fine, ben disposto in scena e affidato a un cast di interpreti validi; tra gli altri: Massimo Girotti, Roldano Lupi, Eleonora Rossi Drago e Vittorio Duse. La sceneggiatura reca le firme del regista e di Bruno Valeri, Vinicio Marinucci e Akos Tolnay; il ritmo e la tensione sono sufficienti, ma nulla più. Sottotitolo adeguatamente tragico: Rocce insanguinate. 4/10.
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