Regia di Didier Bivel vedi scheda film
Una donna in carriera viene stuprata da un facoltoso cliente la stessa notte in cui la di lui moglie viene uccisa. Sulla vicenda indaga un poliziotto la cui moglie era stata stuprata qualche anno prima e per la vergogna si era uccisa. Più originale di così!
Film per la tv di serie B, e si vede. Il tentativo di indagare le sofferenze della protagonista sarà anche meritevole ma la storia è raffazzonata, lacunosa, poco credibile.
Nella prima versione questo era un commento.
Poi ho sentito la necessità di fare un "j'accuse" al titolista e all'estensore della trama riportata da filmtv: paradossalmente né l'uno né l'altro hanno visto il film, o non l'hanno capito, o cercano di attirare qualche spettatore in più violentando (è proprio il caso di dirlo) il senso del film.
Quando la donna, interrogata dal magistrato, nega la violenza che ha subito, non vuole vendicarsi del suo stupratore; lo fa invece perché non riesce ad accettare ciò che le è successo, e insiste nel negarlo con tutti.
Insomma, la vendetta non c'entra proprio nulla. E' un film sul doloroso percorso della protagonista per prendere coscienza della violenza che ha subito e per ricostruire il suo equilibrio interiore. Poi insomma, come ho già scritto, il risultato è quello che è, mediocre.
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