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Amore mio non farmi male

Regia di Vittorio Sindoni vedi scheda film

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La recensione su Amore mio non farmi male

di mm40
2 stelle

Due adolescenti vorrebbero coronare la loro storia d'amore perdendo insieme la verginità. Nulla di più difficile: mancano le circostanze, manca il coraggio, mancano luogo e modo, ma soprattutto manca l'appoggio dei genitori. In particolare entrambi i padri sembrano preoccupati solamente a fare in modo che si salvino le apparenze per tutti: il padre del ragazzo vorrebbe il figlio già capace di far bella figura e gli fa frequentare una prostituta; il padre della ragazza considera il fidanzato della figlia una specie di maniaco sessuale e cerca di evitarle in ogni modo l'"incontro ravvicinato".

 

Commediola leggerissima con palesi intenti di satira sociale, ma che a tutti gli effetti non rappresenta più la realtà contemporanea, più vecchia del Sessantotto ormai vecchio a sua volta, Amore mio non farmi male è la quinta regia in sei anni per Vittorio Sindoni. Mutuando buona parte del cast del precedente La signora è stata violentata, dell'anno precedente (Luciano Salce, Enzo Robutti - qui magnifico, pur in una particina delle sue, ma va detto, Leopoldo Trieste, Ninetto Davoli) e innestandolo in una storiella caricaturale ai limiti del barzellettistico, il regista e il suo co-sceneggiatore Ghigo De Chiara confezionano un prodottino di scarsissimo respiro e destinato a venire rapidamente risucchiato da pellicole più ficcanti e ben assestate sulla medesima tematica (la libertà sessuale fra gli adolescenti, fondamentalmente) e al tempo stesso a venire cancellato, sul fronte della commedia, da lavori più apertamente sguaiati, grossolani, ma veraci, vicini al pubblico più popolare. Gli innesti nel cast sono comunque validi: Walter Chiari (amico di Sindoni e suo collaboratore abituale, negli anni seguenti), Macha Meril, Valentina Cortese, Gabriella Giorgelli, Roberto Chevalier, Leonora Fani; in un cameo, tipico per lui, compare anche Jimmy il fenomeno. Nel complesso una pellicola dalla consistenza pressochè trasparente, ancorata a stereotipi ormai passati e a una critica del maschilismo italico all'acqua di rose, ma recitata con grazia e gusto da un ottimo gruppo di attori. 2,5/10.

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