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San Michele aveva un gallo

Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film

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La recensione su San Michele aveva un gallo

di Baliverna
8 stelle

E' un interessante studio sui movimenti ispirati al socialismo utopistico (o anarchia?) dell'Ottocento. Non è però troppo difficile leggervi una riflessione sui movimenti di sinistra del post-sessantotto, sia pacifici che violenti. A rendere rispettabile l'opera ai miei occhi - io che navigo in altre acque - è il suo taglio non didascalico e non propagandistico, e l'intento dei registi di andare con onestà a fondo della questione. Accanto a tratti nobili, vengono quindi messi in evidenza anche contraddizioni e limiti dei suddetti movimenti politici, i quali in sostanza li condannano al fallimento. A volte le idee proclamate entrano in conflitto con la realtà concreta, e mettono in difficoltà i loro stessi propagatori. Si pensi ad esempio alla questione dell'aiutare a remare sulle barche in laguna: nessuno lo fa per aiutare gli aguzzini, ma comunque lo fanno tutti. Chi rema per raggiungere l'altra barca e parlare con i prigionieri, e chi rema per scaldarsi un po'; ed ecco che, senza accorgersene, finiscono per aiutare coloro che li portano in galera. Le riflessioni che si possono fare a partire da qui sarebbero molte. E' interessante anche l'evidente critica alla mancanza di unità e di comunicazione tra i rivoltosi: il protagonista si fa dieci anni di gattabuia e si figura i compagni fuori che lo aspettano e tifano per lui. La maggioranza, invece, non sa neppure chi egli sia, e quei pochi che lo conoscevano sono finiti al fresco anche loro. Un'aria di delusione pesa insomma su tutta la questione. E' un film rigoroso e scarno, girato e recitato in modo straniante. Quasi tutti i personaggi hanno uno strano modo di fare e di parlare. Avrebbe tutte le carte per annoiare a morte, e invece i Taviani riescono a farlo funzionare non si sa come. Forse un elemento essenziale in questo senso è un montaggio attento e variegato. Anche i monologhi di Brogi in galera, che sono forse la scommessa pià ardita, sono girati bene e riusciti. L'attore è qui particolarmente ispirato. Mentre guardavo mi veniva sempre in mente quel verso di "Luna" di Gianni Togni, dove dice "parlo da solo e mi confondo". Forse non è un film per tutti gusti, ma per spettatori di tutte le idee politiche sì. Pochi registi di sinistra hanno avuto il coraggio dell'onestà dei fratelli Taviani nel tagliare col bisturi certe spinose questioni. Probabilmente è una pellicola adatta anche all'epoca moderna.

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