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Quattro notti di un sognatore

Regia di Robert Bresson vedi scheda film

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La recensione su Quattro notti di un sognatore

di alan smithee
10 stelle

locandina

Quattro notti di un sognatore (1971): locandina

"-Lei lo ama più di ogni altra cosa al mondo! Più che se stessa!
-Forse....ma perché gli uomini hanno sempre qualcosa da nascondere?.... Perché non dire ciò che si ha nel cuore? ...Come se dicendolo si avesse paura di sciupare i propri sentimenti...
-Puó dipendere da tante ragioni..."
Jacques è un giovane e sensibile pittore solitario che una sera, passeggiando sul lungo Senna, salva la vita ad una giovane coetanea desiderosa di togliersi la vita.
Intrattenendosi con la giovane, che scoprirà chiamarsi Marthe, Jacques apprende che la ragazza è in crisi profonda dopo aver conosciuto un giovane professore a cui la madre ha affittato una stanza del loro modesto appartamento, ed essersene innamorata a vista d'occhio.
L'inquilino, da sempre un po' sostenuto e supponente nei confronti della ragazza, è poi migrano negli Usa per un corso di studo, promettendole di ritornare a trovarla ad un anno, ma in realtà non facendosi più sentire, e spingendo la giovane, devastata da quell'abbandono, a farla finita.
Visibilmente provato dalla sofferenza della giovane, e innegabilmente infatuato della bella giovane, il ragazzo dà appuntamento alla giovane alla medesima ora dei giorni immediatamente successivi, nello stesso luogo del loro primo incontro, in una Parigi estiva ove la "notte bianca" si estrinseca e manifesta attraverso i canti improvvisati ma gradevoli di piccoli gruppi di suonatori negli angoli delle strade.

Isabelle Weingarten, Guillaume des Forêts

Quattro notti di un sognatore (1971): Isabelle Weingarten, Guillaume des Forêts

Isabelle Weingarten

Quattro notti di un sognatore (1971): Isabelle Weingarten

Jacques intende ufficialmente sostenere e tranquillizzare la bella Marthe, ma anche tentare di indurre la giovane ad innamorarsi di lui ed esprimerle in modo adeguato il sentimento che il giovane sta maturando nei confronti della ragazza.
E quando l'amore sembra trovare la più ideale corrispondenza, ecco che il riapparire dell'infido ed insensibile ex innamorato, riporta tra le braccia dell'infido ex amante, la fragile Marthe, facendo naufragare le buone speranze di offrirsi come leale e fidato compagno della giovane al povero e sempre più solitario Jacques.
Liberamente tratto dal noto romanzo di Fedor Dostoevskij, Le notti bianche, Quattro notti di un sognatore fu presentato alla Quinzaine des Réalisateurs nel 1971.
Ancora una volta il cinema minimalista e senza fronzoli di Robert Bresson si concentra sui devasti sentimentali che certe omissioni o insensibilità procurano nell'animo di chi si lascia guidare unicamente da questi valori interiori.
E si schiera apertamente dalla parte dei vinti, che lottano per far valere la sincerità dei sentimenti che li animano e giustificano le loro eroiche missioni, arrivando a ritrovarsi vinti e beffati da una dura e ingiusta realtà dei fatti che premia sempre i furbi e i disonesti, sacrificando i puri di cuore.
Quattro giorni di un sognatore è stato un film ingiustamente trascurato da critica e pubblico, ma in realtà potentissimo nei sentimenti che si prefigge di rappresentare, e determinato e militante, nonostante il tono pacato e quasi inerte che, come sempre, caratterizza il modo di agire e di presentarsi dei protagonisti sacrificali e sacrificati che movimentano la storia.
"Marta...Marta...Marta....."
Marta è ormai diventata una vera e propria ossessione per il giovane Jacques, che non si perde d'animo e prosegue imperterrito, per quanto apparentemente tutt'altro che infervorato, la sua opera di convincimento riguardo alla scelta amorosa della giovane sua assistita e protetta.
Un cast composto anche stavolta da attori per caso: bei volti puri, vitrei e spesso apatici nonostante la pena che li caratterizza e anima, nello stile che da sempre il gran cineasta predilige e ricerca nelle sue opere.
Esaltando quella inesperienza che ce li pone dinanzi alla macchina da presa alla stregua di automi pietrificati dalle circostanze, che diventano i capisaldi di uno stile apparentemente un po' compassato ma in realtà fiero ed intransigente, quello stesso che ha reso memorabile il cinema e l'arte di un cineasta immenso ed universale come Bresson.
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