L'omicidio di una prostituta porta la polizia sulle tracce di un maniaco. Con la collaborazione della sorella della vittima, le indagini conducono a un uomo dal terribile segreto.
Le notti della violenza è un titolo adeguatamente banale per questa pellicola dotata sì di una minima dose di mestiere, ma decisamente priva di carattere. Si tratta di uno dei primi lavori di Roberto Mauri dietro la macchina da presa; attivo da circa un decennio, il Nostro si propone anche nelle vesti di sceneggiatore, affiancato da un altro artigiano del cinema di genere a basso budget e dalla carriera piuttosto simile, cioè Edoardo Mulargia. Entrambi esordienti alla fine degli anni Cinquanta, dediti alla scrittura di prodottini popolari/alimentari, passati alla regia qualche anno più tardi, ricordati dagli aficionados del cinema da due soldi nostrano per qualche titolo del filone spaghetti western, approdati in tarda età al softcore-erotico prima di ritirarsi definitivamente dal mondo della celluloide. Questo è un thriller in odore di horror nel quale sangue, violenza e mistero vengono dosati con il contagocce; la tensione è molto blanda e l'unica cosa degna di nota è la risoluzione finale che prevede necessariamente un sottotesto moralistico comunque per nulla scontato. Non male le scelte per gli interpreti, fra i quali si possono annoverare Alberto Lupo, Tullio Altamura, Marilù Tolo, Ugo Fangareggi, Helene Chanel, Lisa Gastoni, Aldo Berti e in una particina anche Luigi Batzella (accreditato come Paolo Solvay), regista/sceneggiatore dal curriculum affine a quelli dei già ricordati Mulargia e Mauri. 2,5/10.
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