Regia di Fabio Bobbio vedi scheda film
Avere dodici anni oggi.
Due ragazzini si rivedono, come ogni anno, nei dintorni del paese natio ove trascorrono il periodo delle vacanze estive: una zona pedemontana come tante, che li vede quasi sempre soli, distanti dagli adulti, intenti a tornare come ogni anno nei luoghi delle antiche scoperte, nei boschi ove hanno giocato fin da bambini, nei piazzali occupati dai luna park, sotto i ponti che ospitano relitti ed oggetti misteriosi ormai abbandonati a loro stessi.
Ma da quel momento, i due ragazzini avvertono che qualcosa di diverso sta maturando dentro di loro: la passione per il gioco e l'avventura scema a favore di qualcos'altro che sa di scoperta, di presa coscienza e consapevolezza ognuno del proprio corpo e di una sessualità che inizia a definirsi poco per volta.
Sarà proprio per quello che i due ragazzini si soffermano per la prima volta a osservare una ragazza che si prostituisce per le strade di campagna: particolare che probabilmente solo un anno prima nessino dei due bambini avrebbe notato.
Arrivando addirittura a trovare il coraggio di abbordarla.
Quella di Matteo e Samuele sarà l'estate del cambiamento, del traghettamento che li trasporterà dall'infanzia all'adolescenza, ponendo fine per sempre all'ingenuità che li aveva accompagnati fino a quel momento, ed aprendo le strade per un nuovo cammino avventuroso diretto a raggiungere l'età adulta.
Non era scontato raccontare questo particolare, peronale ed introspettivo viaggio intimo: Fabio Bobbio ci riesce molto bene ed intensamente rarefacendo il più possibile la narrazione, mantenendosi attaccato alal realtà dei due protagonisti, dai quali non si distaccherà mai, e grazie ai quali riesce a rendere palpabile la percezione di questa inevitabile maturazione che sa di mutamento, e che lascia interdetti e stupiti gli stessi attori, incredibilmente sorpresi ognuno a recitare se stesso.
La forza del film sta proprio in questa aderenza quasi spudorata alla realtà e alla vita in corso di svolgimento, e si palesa grazie a due interpreti che non fanno altro che vivere ognuno la propria esperienza di crescita sotto lo sguardo implacabile della macchina che li riprende e li immortala in presa diretta mentre recitano, e dunque sono, loro stessi.
Come due giovani cormorani, famelici di nuove emozioni e mai sazi, pieni di istinti incontrollati ed affamati di vita, di esperienze e di emozioni che la quieta e placida quotidianità pare negare loro, Matteo e Samuele trascorrono inquieti l'estate del cambiamento.
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