Regia di Fabio Mollo vedi scheda film
Pet diventare genitori non basta la titolarità di essere uno dei due esseri umani che hanno partecipato al concepimento. Il road movie emozionante di Fabio Mollo ce lo spiega attraverso un moderno miracolo di paternità meritata e maturata col percorso di una vera e propria passione.
La maturazione a genitore da parte di chi non ha mai potuto permettersi di averne nemmeno uno.
Paolo vive il presente sopravvivendo agli eventi e cercando di passare inosservato. Omosessuale trentenne che mal gestisce una storia d'amore finita dopo otto anni di alti e bassi, il ragazzo si imbatte in Mia, una sciroccata coetanea, cantante di una band che la porta una sera sino in un locale gay, ove sviene proprio tra le braccia del nostro uomo.
La donna è incinta da mesi e lo svenimento ne è la conseguenza dopo troppi alcolici ingeriti con imprudente indulgenza.
Sola e senza documenti, la donna si rifugia tra le braccia goffe ed insicure di Paolo che più la respinge, più scopre di esserne profondamente attratto, soprattutto per le conseguenze fisiche e caratteriali che derivano dal suo stato interessante.
Road movie e fuga da una Torino fredda e senza sentimenti alla Sicilia solare solo climaticamente, di fatto ben più intransigente e spietata che rinnega chi si è allontanato rifuggendola, Il padre d'Italia è un percorso sottile, intenso e alla fine emozionante di una paternità ufficialmente impossibile ma meritata, combattuta, consapevolizzata.
"Un miracolo e', come tale, una cosa contro natura" si auto-diagnostica Paolo, ma ha dalla sua una potenza insuperata, quasi grandiosa.
Un film sul riscatto della famiglia che viene dal cuore, e non dal semplice atto di riprodursi.
Sceneggiatura fine e scandagliata sull'intimo di due personaggi perdenti che trovano ognuno il modo migliore per riscattarsi e vincere almeno moralmente.
Marinelli e' da urlo come ormai ci si aspetta puntualmente, con le sue palpebre diversamente aperte su occhioni spalancati allo stupore di una nascita che scalda il cuore.
Lo affianca una Ragonese nervosa e sexy, gracile ma pure potente, che sa reggere perfettamente le instabilità conttastanti di una personalità ribelle ma anche fragile, che graffia d'istinto, ma che poco dopo domanda soccorso all'individuo appena aggredito.
Una commedia drammatica che merita, a mio avviso, di essere difesa strenuamente per la capacità di distinguersi dal panorama purtroppo troppe volte bolso e risaputo delle altre nostre produzioni spesso facilone e spudoratamente acchiappa consenso.
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