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Il giglio nero

Regia di Mervyn LeRoy vedi scheda film

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La recensione su Il giglio nero

di Baliverna
10 stelle

Grande film, che posso anche definire capolavoro. L'origine teatrale si sente, ma essa non pesa in minima parte sulla resa cinematografica dell'opera. La tensione è costantemente alta, ottenuta anche tramite le musiche e le luci, e non c'è un solo momento morto o sfilacciato. La bambina, col suo finto e studiato candore, è assolutamente inquietante, a tratti spaventevole. La scena in cui il giardiniere muore bruciato e lei suona con indifferenza il pianoforte è tesissima, esasperante, quasi insostenibile. L'angoscia della madre, giustamente, più che dagli omicidi in sé, è scatenata dall'assenza di rimorso nella bambina. Infatti un omicida che piange la sua colpa non suscita orrore, il contrario si ha, invece, quando questi se ne infischia e non è minimamente pentito. La vicenda del film è coadiuvata al meglio dagli interpreti di contorno. Vorrei a questo proposito rilevare come l'anziana vicina amica di famiglia, nonostante il suo fare tranquillizzante e disponibile, tranquillizzante non è affatto. Anzi, mi pare un po' cinica, superficiale, facilona, e peggiora in tal modo la tremenda solitudine della madre. Dieci e lode all'interpretazione della bambina. Mervin Le Roy non mi risulta sia noto come un grande maestro del cinema, ma devo dire che qui (e non solo qui) ha dato una prova decisamente molto buona. I titoli di coda sono così fuori tono e fuori luogo rispetto alla pellicola che devono esser stati imposti dalla produzione. Aggiungo che il film mi ha fatto riflettere sul fatto che, fatte le debite proporzioni, nella realtà molti genitori si fanno prendere dall'adorazione per i loro figli, che lodano e giustificano, finendo per non vedere i loro difetti. Tuttavia, prenderne atto e intervenire su di essi ridurrebbe il numero degli sbandati e dei criminali. E poi non è sempre vero che chi è tanto dolce e ha belle maniere sia anche buono. Anzi. Ma quasi sempre ci si casca.

Cosa cambierei

I titoli di coda, come dicevo.

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