Regia di Luigi Zampa vedi scheda film
Film che dà prevalenza al versante giocoso del neorealismo, come se il "messaggio" fosse quello di invitare gli spettatori a guardare con ottimismo al futuro, dopo i disastri fisici e morali della guerra. Le persone descritte in questo Un americano in vacanza lo fanno già, anche se si muovono in un paesaggio che porta, potentissimi e distruttivi, i segni della guerra che peraltro è passata da Roma, ma che continua ad infuriare a nord della capitale.
L'ottimismo non esclude la serietà e infatti la maestrina interpretata da Valentina Cortese si dà un gran daffare a trovare gli aiuti per ricostruire il paesino dell'hinterland romano distrutto - quasi raso al suolo - dal conflitto. Ma il modello da prendere ad esempio sembra essere additato nei soldati americani, i quali sono dipinti come se facessero la guerra con il sorriso sulle labbra, giunti in Europa a combattere per la libertà e la democrazia (come si legge in un po' tutte le vulgate sulla Seconda Guerra Mondiale) in maniera avventurosa e scanzonata.
Il film di Zampa, nei termini sopra descritti, non sarebbe neanche malaccio, se non ci si mettesse la squallida tirata finale filostatunitense messa in bocca alla maestrina, tale da far impallidire, per retorica patriottarda, l'analogo pistolotto che conclude ingloriosamente Salvate il soldato Ryan di Spielberg.
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