Regia di John Huston vedi scheda film
Huston lo definisce una bestemmia e stupisce che nessuno abbia protestato; BER del centro S. Fedele sostiene che "questo blasfemo intento non appare nel film". In realtà Achab si accanisce nella ricerca della balena suscitando energiche proteste del suo religioso (bigotto?) secondo, che interpreta come blasfemo il suo accanimento; tuttavia proprio alla fine Achab ormai morto ricompare, avvinghiato al corpo della balena, a chiamare la sua ciurma, e il suo stesso secondo, che voleva ammutinarsi, ora guida i marinai al fatale (blasfemo?) attacco della balena. Anche questa volta, come spesso nei film di Huston, l'apparente sconfitta è una vittoria del protagonista che non solo ha lottato fino alla morte per il gusto della lotta, ma alla fine ha conquistato anche il suo accanito oppositore. Quanto al problema "morale" della bestemmia, descriverla non significa approvarla; direi comunque che Huston (non so se Melville) ha presente il mito di Capaneo che sfida Giove e sta talmente saldo, per un attimo, anche dopo essere stato colpito dal fulmine, che Giove teme di non averlo abbattuto e scaglia un secondo fulmine: conclusione grandiosa, "eroica", molto simile a quella di Achab che dopo morto riesce a trascinare i compagni contro il suo avversario divino.
Ma ogni concezione di un Dio che intervenga materialmente nei fatti umani comporta una bestemmia di fatto: anche qui, come nel vangelo (e in Dante), c'è più fede nel pagano Queequeq cacciatore di teste, che rispetta l'amicizia e accetta il proprio destino di morte.
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