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Il monologo di Carlito's Way
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E così, con una ferita mortale che gli annebbia la vista e lo spirito, Carlito Brigante affida le sue ultime parole a un monologo che è allo stesso tempo una confessione, una benedizione e l'addio definitivo. In questa scena iconica, che sigilla il suo destino, egli esprime il desiderio di veder realizzato il sogno di una vita migliore per Gail, l'unica cosa che gli sia rimasta, mentre la realtà si fonde con la sua visione finale di speranza e perdita.

Carlito ha passato anni in prigione sognando di "uscire pulito" e vivere un'esistenza idilliaca ai Caraibi, lontano dal crimine. Il monologo, pronunciato mentre è morente, sottolinea come questo sogno sia stato costantemente minacciato e infine distrutto dalle forze che lo hanno sempre circondato, in particolare la lealtà mal riposta verso il suo avvocato e l'incapacità di sfuggire a vecchi rancori (Benny Blanco). Nonostante i suoi sforzi per cambiare e l'amore per Gail (che aspetta un figlio da lui), Carlito viene risucchiato nuovamente nel mondo della violenza, culminando nella tragica morte del suo giovane nipote. Il monologo rivela la consapevolezza di questa inevitabilità: "Non si può scappare da ciò che si è". Carlito si rassegna al suo destino, ma trova una forma di salvezza nel garantire un futuro a Gail e al bambino. Le sue ultime azioni (dare a Gail i soldi per la fuga) sono l'unica redenzione possibile, un atto d'amore finale. La sua morte permette a loro di vivere, trasformando la sua fine tragica in un sacrificio per la speranza altrui. Mentre muore, vede un cartellone pubblicitario con Gail e il bambino che ballano felici in spiaggia, un'immagine onirica e metaforica che rappresenta il sogno che ha realizzato, ma non per sé. È una visione del futuro che desiderava, ora affidato a loro. Il monologo, unito alla regia di De Palma (maestro dei piani sequenza e dei virtuosismi tecnici, come nella scena del biliardo) e alla performance di Pacino, amplifica la dimensione tragica. È un'opera che esplora il destino umano, il karma del gangster e l'illusione della redenzione in un mondo corrotto, rendendo Carlito's Way un'iconica tragedia criminale. 

Il monologo di Carlito Brigante non è solo la fine fisica di un uomo, ma la fine tragica di un sogno, quella visione di 'un nuovo e migliore Carlito' che svanisce nell'immagine di Gail e del figlio danzanti al sole, un'illusione che si infrange sulla dura realtà della sua vita. Le parole di Carlito, cariche di rimpianto e fatalismo, diventano il sigillo definitivo di una vita spesa a cercare la redenzione in un mondo che non gliel'avrebbe mai concessa, lasciando allo spettatore il malinconico sapore dell'eterno dilemma tra l'amore e la strada, un dilemma che, come dimostra De Palma, in certi casi è senza vincitori, ma solo con perdenti eterni.

 

Al Pacino

Carlito's Way (1993): Al Pacino

 

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