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Suspiria: la critica al razionalismo.
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"Suspiria" di Dario Argento, è uno degli horror più belli che ho visto, un'opera che trascende i confini del genere, e combina perfettamente l'orrore viscerale con elementi fiabeschi e un'iconica estetica visiva. Il film è concepito come un incubo multistrato, dove la realtà si deforma per creare un'atmosfera da fiaba macabra. La pioggia, i colori saturi e il sonoro inquietante contribuiscono a trasportare lo spettatore in un mondo separato dalla logica quotidiana, in cui l'inconscio ha la meglio. Argento gioca sulla dicotomia tra il mondo dominato dalla scienza e dalla tecnologia e l'attrazione atavica per l'ignoto, il mistero e la magia. Suspiria suggerisce che, anche nell'era moderna, esista un nucleo irrazionale nell'essere umano che emerge perlopiù nel mondo dei sogni. La scuola di danza è un microcosmo di una società matriarcale gestita dalle streghe, che vengono infine distrutte. Questo può essere interpretato come una metafora del fallimento di un sistema che ha fallito nel suo ruolo di accoglienza e istruzione, e la sua successiva distruzione attraverso il rogo per farla rinascere. La pellicola anticipa il passaggio da un mondo più tradizionale a quello moderno e globalizzato, criticando sia il capitalismo che la mancanza di apertura verso l'altro, che caratterizzano il nostro presente. L'uso dei colori è uno dei pilastri del film, ed hanno un loro significato, e vengono usati in modo non realistico per definire l'atmosfera e creare emozioni. Il rosso simboleggia pericolo, ma anche l'energia vitale e la passione. Il blu simboleggia il mistero, l'ignoto e l'angoscia. Il giallo viene spesso usato per rappresentare l'ostilità e il pericolo, in particolare negli ambienti competitivi e feroci della scuola di danza. Alla fine del film, il trionfo di Suzy non è solo una vittoria contro il male, ma anche una rifondazione della comunità delle streghe sotto il segno dell'amore. L'atto di compassione verso il Dottor Klemperer, e la sua rivelazione sul destino di sua moglie, simboleggia la capacità di trovare la verità e l'amore anche negli abissi dell'orrore. La vera eredità di Suspiria risiede nella sua audacia stilistica e narrativa, che lo ha reso un punto di riferimento irrinunciabile per il genere. La sua influenza si sente ancora oggi, unendo la potenza del cinema visivo e sonoro a una trama che sfida le convenzioni, confermando la sua statura di capolavoro immortale.

 

Jessica Harper

Suspiria (1977): Jessica Harper

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