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"Shining" di Stanley Kubrick, analisi di un capolavoro del cinema
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Shining di Stanley Kubrick è uno degli horror più belli della storia del cinema, un capolavoro assoluto, un film che ho visto tante di quelle volte che lo so a memoria. Kubrick ha reinterpretato il romanzo, concentrandosi più sulla disintegrazione psicologica di Jack Torrance e sull'orrore visivo e ambientale dell'Overlook Hotel, piuttosto che sulla narrazione sovrannaturale più esplicita di King. Stephen King però non fu soddisfatto di questa scelta, e ha pubblicamente criticato il film ritenendolo freddo e distante dalla sua storia, in particolare per la rappresentazione di Jack e Wendy. "All work and no play makes Jack a dull boy" la frase che Jack scrive ossessivamenente sulla macchina da scrivere è uno degli della sua discesa nella follia. Il titolo "Shining" è preso dalla canzone Instant Karma! di John Lennon, che contiene la frase "We all shine on". King voleva intitolare il suo romanzo così, ma cambiò il nome per evitare connotazioni razziste del termine "Shine". La Luccicanza è una forma di chiaroveggenza e preveggenza, che permette di vedere eventi passati e futuri e di percepire energie paranormali e Danny Torrance, il figlio di Jack, possiede questa abilità, che lo rende consapevole degli oscuri segreti dell'hotel. Kubrick era noto per la sua ossessiva ricerca della perfezione, richiedendo fino a 70 ciak per la scena dell'omicidio di Hallorann. Fu Jack Nicholson a convincerlo a fermarsi a 40, considerando l'età di Scatman Crothers. Crothers era estremamente provato dalle lunghe riprese, Crothers scoppiò a piangere sul set, chiedendo a Kubrick cosa volesse da lui. Dopo Shining, dichiarò di aver pianto di gioia quando Clint Eastwood lo scelse per il suo film successivo, perché Eastwood girava al massimo due ciak.  La lavorazione fu così lunga (51 settimane invece di 17 previste) che ritardò altri film, tra cui I predatori dell'arca perduta di Spielberg, con cui Kubrick divenne poi amico. Una leggenda vuole che Kubrick nutrisse Jack Nicholson con panini al formaggio, il suo cibo detestato, per spingerlo alla follia, anche se questa storia è stata smentita da ricercatori del film. Le intense e ripetute riprese, insieme all'atmosfera opprimente del set, causarono a Duvall un esaurimento nervoso, portandola a perdere i capelli. Il piccolo Danny Lloyd non sapeva di girare un film horror. Kubrick, scegliendolo tra migliaia di bambini, volle proteggerlo e gli disse che stavano girando un film drammatico. Il maglione che indossa , raffigurante l'Apollo 11, è stato oggetto di teorie complottiste. Anche se Kubrick non lo confermò, mai questa cosa, la sceneggiatrice e il regista discutevano di temi legati al genocidio dei nativi americani, su cui si basava parte della storia dell'Overlook. Nel libro di Stephen King la stanza infestata è la 217. Kubrick la cambiò in 237 perché l'hotel dove si girò il film (il Timberline Lodge) temeva che nessuno volesse più prenotare la stanza reale se fosse stata associata a un luogo di orrore. Il maglione che Danny indossa, raffigurante l'Apollo 11, è stato oggetto di teorie complottiste. Anche se Kubrick non lo confermò, la sceneggiatrice e il regista discutevano di temi legati all'allegoria del genocidio dei nativi americani, su cui si basava parte della storia dell'Overlook. Jack Nicholson impiegò tre giorni per sfondare la porta. La porta fu rinforzata perché, avendo avuto esperienze come vigile del fuoco, Nicholson la distrusse troppo facilmente al primo tentativo. Vivian Kubrick, figlia di Stanley Kubrick, ha girato un documentario sul making of di Shining intitolato "Making 'The Shining'" (1980) per la BBC, offrendo uno sguardo inedito sul lavoro del padre sul set del film. 

 

Adesso cercherò di spiegare il film, e i suoi simbolismi.

 

Il film è un'analisi dettagliata della discesa nella follia, dell'abuso di potere e del male ciclico, mascherato da storia di fantasmi, ambientata nell'Overlook Hotel, un luogo che amplifica i demoni interiori dei personaggi, in particolare la violenza latente di Jack Torrance, che sembra quasi reincarnare il passato tragico dell'hotel, portando a specchi, doppi e allusioni a eventi storici come il genocidio dei Nativi Americani.  Jack Torrance: Inizialmente e un uomo che lotta contro l'alcolismo, viene corrotto dall'hotel che amplifica la sua violenza latente e il suo odio inconscio per la famiglia. La sua figura, visibile in una foto del 1921, suggerisce una possibile reincarnazione, un ritorno eterno del male. Danny Torrance, il figlio di Jack, è  il bambino dotato della Luccicanza, ed è il fulcro della storia, percependo il male e fungendo da catalizzatore per gli eventi.Wendy Torrance, la moglie terrorizzata, incarna la vittima della violenza maschile e domestica, un tema ricorrente nel film. L'hotel è un luogo in cui il male non è solo soprannaturale, ma anche una violenza che si ripete, come quella di Jack su Wendy e Danny o di Grady sulle sue figlie. La presenza di doppi (Jack in fotografia, specchi che mostrano realtà distorte, le gemelle) simboleggia la frammentazione della psiche e la perdita di sé. Il dono di Danny permette di vedere il passato e il futuro, ma lo rende anche vulnerabile ai demoni dell'hotel, che lo manipolano attraverso la stanza 237. Il labirinto è il simbolo centrale, e rappresenta l'isolamento, la confusione e la natura senza via d'uscita della follia, che si annulla in sé stessa.  L'hotel è costruito su un cimitero indiano, e il film può essere letto come un'allegoria della violenza e della conquista. Riferimenti sottili, come la macchina da scrivere tedesca di Jack e il numero 42, suggeriscono un collegamento con la Seconda Guerra Mondiale. Una teoria controversa suggerisce che Kubrick, accusato di aver falsificato l'allunaggio, abbia inserito riferimenti segreti nel film, come la moquette geometrica della stanza 237 che rievoca la base di lancio. Kubrick stesso si ispirò al saggio freudiano sul "perturbante", quel sentimento di familiarità che diventa stranamente estraneo, creando disagio. Variazioni nel design degli interni (il comodino che sparisce, la pignoleria nella frase ripetuta di Jack) creano un senso di instabilità e incoerenza, insinuando il dubbio sulla realtà. L'uso innovativo della Steadicam ha reso le riprese fluide e avvolgenti, aumentando il senso di angoscia e l'impressione che l'hotel stesso sia un personaggio. L'hotel è una "macchina prospettica" che domina la narrazione, manipolando lo spettatore attraverso i suoi corridoi labirintici.  Shining è un film molto complessa che va oltre il semplice horror, esplorando la fragilità della mente umana e l'ombra inestricabile del passato attraverso un linguaggio visivo e simbolico potentissimo

 

Jack Nicholson

Shining (1980): Jack Nicholson

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