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L'occhio che uccide, il film "maledetto" di Michael Powell
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L'occhio che uccide (Peeping Tom) è secondo me un capolavoro del cinema, definito "maledetto" per la sua cupa rappresentazione della violenza e della sessualità ossessiva, unite a una brutta accoglienza critica nel Regno Unito che mise in forte crisi la carriera di Michael Powell che all'epoca fu attaccato molto ferocemente come se avesse deliberatamente voluto disgustare il pubblico. Il film è un riflessione disturbante sull'atto di filmare e sull'ossessione dello sguardo, collegando la macchina da presa alla morte. Peeping Tom, si riferisce a un guardone ossessionato dall'osservare gli altri, in particolare in momenti intimi; questo è il tratto distintivo del protagonista, Mark, che riprende le sue vittime nell'atto di morire. Il personaggio di Mark, interpretato da Karlheinz Bohm, non si limita a filmare, ma desidera impressionare su pellicola l'ultimo respiro delle sue vittime, legando indissolubilmente cinepresa e morte. L'occhio che uccide è una profonda riflessione sul cinema stesso, sul voyeurismo e sul rapporto tra spettatore, regista e film, equiparando queste dinamiche a un perverso gioco sadomasochistico. Il film si apre e chiude con l'immagine potente di un occhio spalancato, simbolo centrale della sua riflessione sulla prospettiva cinematografica e sull'atto del guardare. Un altro momento chiave è l'interazione tra Mark e la madre cieca della sua vicina, che durante un incontro percepisce la presenza dell'assassino e la sua identità nascosta, un momento di rivelazione visivamente sottolineato. Questo film per i suoi argomenti trattati, fu talmente osteggiato e malvisto dalla critica britannica che, dopo la prima, nessuno volle aver a che fare con Powell. Le recensioni furono eccessive nella loro negatività, con critici che lo definirono "bestiale" e paragonarono Powell al Marchese de Sade, contribuendo a bloccare la carriera di regista di Powell nel Regno Unito. Col tempo, L'occhio che uccide è stato rivalutato, riconosciuto come un'opera storicamente importante e un capolavoro di suspense psicologica, celebrato per la sua profonda riflessione sul cinema e sulla follia. Uscì nello stesso anno di Psycho di Hitchcock, ma dopo le violente critiche ricevute fu ritirato dalle sale dopo pochi giorni. Powell diresse questo film senza il suo storico collaboratore Pressburger, (i due insieme hanno creato opere davvero notevoli) la loro celebre collaborazione terminò con "Colpo di mano a Creta". "L'occhio che uccide" (Peeping Tom) segnò una svolta significativa e controversa nella carriera di Powell, portandolo a un ostracismo dai set per quasi due decenni. (Una cosa simile, ma meno grave, la subì anche Wes Craven con il suo "L'ultima casa a sinistra", in una intervista dichiarò che i genitori delgli amici della figlia, dopo aver visto il film, non volevano che i figli frequentassero casa Craven, e la figlia)

 

Karlheinz Böhm

L'occhio che uccide (1960): Karlheinz Böhm

 

 

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