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Toutes pour une: Le Moschettiere che “indignano” la Francia – Il caso dell’anno
di PC1979
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Il film Toutes pour une (letteralmente, Tutte per una), diretto da Houda Benyamina, si è rivelato un clamoroso insuccesso sia dal punto di vista critico che commerciale. Presentato come una rilettura femminista de I Tre Moschettieri, il film ha raccolto un'accoglienza estremamente negativa da parte della critica e del pubblico, non riuscendo a raggiungere un numero significativo di spettatori nelle sale francesi.

Le recensioni dei principali quotidiani francesi sono state per lo più severe. Le Monde ha definito il film Toutes per une "perfettamente prevedibile e formattato", con attrici che si sforzano di dare profondità a un'opera che resta superficiale. Libération ha parlato di un "buco nell’acqua", un tentativo maldestro di mescolare un messaggio contestatario con una narrazione mainstream, producendo un risultato confuso e poco incisivo.

Le Figaro ha criticato il film per il suo "femminismo grossolano", evidenziando la debolezza del suo scenario e la sua regia incerta, con sequenze montate in modo caotico e momenti che avrebbero dovuto essere epici ma risultano inefficaci. Télérama ha sottolineato il potenziale dell'idea iniziale, ma ha lamentato una sceneggiatura "poco chiara e forzata" e una realizzazione che mescola maldestramente vari generi. Anche Le Nouvel Obs ha definito il film "un racconto disordinato e privo di finezza”.

Alcune critiche sono state meno dure. Les Inrockuptibles ha riconosciuto alcuni difetti, ma ha anche elogiato l'"impurété formelle" del film, che lo rende un'opera pastiche, disordinata ma con momenti di divertimento. Le Parisien, pur riconoscendo che il film "non naviga nella raffinatezza" e si basa su una comicità grossolana, ha lodato le quattro attrici protagoniste per la loro audacia e senso dell'umorismo.

scena

Toutes pour une (2024): scena

Flop al box-office

Nonostante il sostegno di finanziamenti pubblici (incluso quello di France 2 e delle regioni), il film Toutes pour une ha registrato numeri disastrosi al botteghino. Al suo primo giorno nelle sale, ha totalizzato solo 1.271 spettatori su 564 proiezioni, con una media di appena due spettatori per sala. Dopo cinque giorni, il film aveva raggiunto appena 9.407 biglietti venduti su 155 copie distribuite, un risultato estremamente deludente che non gli ha permesso di entrare nemmeno nella top 30 del box-office settimanale. Le Figaro ha definito questo risultato una "debacle al box-office". L'insuccesso economico è ancora più evidente considerando che il film aveva un budget di produzione di circa 10 milioni di euro.

Il film Toutes pour une ha anche scatenato un'ondata di critiche sui social media, dove è stato bollato da molti come un'operazione "woke". La polemica è stata amplificata da un fenomeno di "review bombing" su Allociné, dove il film ha ricevuto una valanga di voti estremamente bassi (0/5), alternati a punteggi massimi, segno di una polarizzazione netta tra sostenitori e detrattori. La piattaforma ha persino deciso di sospendere temporaneamente la pubblicazione delle recensioni per evitare manipolazioni. E il distributore UGC ha rimosso il titolo dal suo sito web, come se non fosse mai esistito.

Secondo il critico Éric Neuhoff de Le Figaro, il film " non riesce a scegliere una direzione precisa e oscilla tra western spaghetti e pamphlet vagamente femminista. Neuhoff critica, inoltre, la sceneggiatura per la sua confusione e la regia per la scelta di alternare senza apparente motivo scene in bianco e nero con altre a colori, oltre all'abuso di slow-motion per compensare la mancanza di sostanza.

locandina

Toutes pour une (2024): locandina

Ma è davvero così terribile?

A otto anni dal successo di Divines, la talentuosa regista Houda Benyamina è tornata dietro la macchina da presa con il film Toutes pour une, una rilettura audace e rivoluzionaria del mito dei Tre Moschettieri, questa volta al femminile. Un film che non solo ridefinisce i canoni del genere avventuroso, ma sfida anche le convenzioni cinematografiche, intrecciando azione, identità di genere e impegno sociale.

Nel 2019, un breve sinossi di quattro righe lasciata dal suo produttore sulla scrivania ha acceso la scintilla creativa di Benyamina: "E se i Moschettieri fossero donne?". Da questa semplice premessa è nato un film che ribalta il classico di Dumas, reinventandolo attraverso il prisma della storia meno raccontata: quella dei moriscos, musulmani spagnoli convertiti forzatamente al cattolicesimo e successivamente espulsi anche dalla Francia sotto il regno di Luigi XIII. In questa versione, D'Artagnan è una giovane morisca, Sarah, che intraprende un percorso di emancipazione e lotta per la libertà.

Per Benyamina, l'onore, la lealtà, il coraggio e la devozione sono valori universali, presenti in tutte le culture e fondamentali per il racconto epico. Le sue Moschettiere sono ispirate tanto ai samurai quanto agli eroi del western, passando per i film di cappa e spada e le narrazioni ribelli come Thelma & Louise e Butch Cassidy.

Un'eco con il presente

La rilettura del film Toutes pour une non si limita al cambio di genere dei protagonisti, ma si fa portatrice di un messaggio più ampio: l'identità non è statica, ma fluida. "Perché solo gli uomini dovrebbero essere Moschettieri?", si è chiesta la regista, che con questa pellicola intende dare spazio a donne forti, guerriere moderne che si riappropriano del diritto di essere protagoniste di una storia d'azione e d'avventura.

Per interpretare le Moschettiere, Benyamina ha scelto un cast eccezionale: Daphné Patakia come Aramis, Sabrina Ouazani nei panni di Athos, Déborah Lukumuena come Portau e la straordinaria Oulaya Amamra (sorella della regista) nel ruolo di Sarah/D'Artagnan. Le attrici hanno affrontato una preparazione fisica intensa, tra addestramenti di scherma, equitazione e trasformazioni vocali e corporee, per immergersi completamente nei loro ruoli. "Volevo che incarnassero il loro personaggio, senza compromessi", ha affermato la regista.

Tra storia e modernità

Come già in Divines, il tema dell'amicizia è centrale nel film Toutes pour une. Le protagoniste sono legate da un vincolo indissolubile che trascende il tempo e la società patriarcale che le vorrebbe divise e oppresse. La loro fratellanza – o meglio, sorellanza – si costruisce attraverso le battaglie e il sostegno reciproco, facendo emergere il valore di una solidarietà femminile rara nel cinema d'azione.

Pur essendo un film storico, Toutes pour une evita la rigidità dei costumi e delle convenzioni del genere. Benyamina ha voluto infondere una freschezza inedita, rompendo le regole della narrazione classica e inserendo elementi di umorismo e ironia, come la scena di sesso tra Luigi XIII e la Regina di Francia, resa volutamente grottesca.

Il film non si limita a raccontare la lotta per la libertà, ma affronta anche il tema dell'identità sessuale. L'attrazione tra Sarah/D'Artagnan e la Regina di Francia è un elemento centrale della storia: un amore impossibile, che sfida le convenzioni del tempo e mette in discussione il confine tra il maschile e il femminile. "A quel tempo, cosa significava essere un uomo?", si è chiesta Benyamina, sottolineando come la costruzione del genere sia una narrazione imposta dalla società.

Nonostante il focus sulla lotta delle protagoniste, Toutes pour une non è un film di vendetta contro gli uomini, ma un grido di ribellione contro la dominazione e il potere oppressivo. "Non vogliono vendicarsi, vogliono solo esistere", ha affermato la regista, mettendo in luce la necessità di riscrivere i miti per offrire nuove prospettive alle generazioni future. Peccato che la Francia, soprattutto di destra, non l’abbia capito.

scena

Toutes pour une (2024): scena

 

 

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