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Berlino 2025: How to Be Normal, la malattia mentale in chiave Gen Z
di PC1979
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Il Festival di Berlino 2025 accoglie con entusiasmo nella sezione Perspektive il film How to Be Normal and the Oddness of the Other World, l’audace esordio cinematografico dell’austriaco Florian Pochlatko. Un film che sfida i confini della narrazione tradizionale per immergere lo spettatore in un viaggio interiore frammentato, tra realtà e percezione, tra il dramma e la commedia surreale.

Una protagonista in bilico tra normalità e caos

Pia, interpretata da Luisa-Céline Garron, è una ventiseienne appena uscita dalla psichiatria che torna a vivere con i genitori nella periferia di Vienna. La sua ricerca di stabilità si scontra con un mondo in continua trasformazione: il lavoro precario, le cicatrici emotive, l’uso dei farmaci e lo stigma sociale. Tuttavia, il film How to Be Normal and the Oddness of the Other World non si limita a un racconto realistico: man mano che Pia si addentra nel suo percorso, la sua realtà si deforma e la sua stessa identità muta, fino a trasformarla in un gigante mostruoso o, forse, in un’eroina.

locandina

How to Be Normal and the Oddness of the Other World (2025): locandina

Un’estetica frammentata per una realtà in crisi

Pochlatko evita la narrazione lineare e opta per una costruzione visiva fatta di immagini brevi, rapide, evocative. Il film How to Be Normal and the Oddness of the Other World non racconta semplicemente una storia, ma rende visibili stati d’animo e percezioni, sperimentando con il linguaggio cinematografico attraverso formati differenti. L’uso di inquadrature che richiamano la grammatica visiva di Internet e i social media è un elemento chiave della pellicola. Il formato quadrato 4:4, ad esempio, già impiegato da Xavier Dolan in Mommy (2014), qui si fonde con finestre arrotondate e immagini iperrealistiche che suggeriscono una dissociazione dalla realtà.

La sottile linea tra reale e percepito

Una delle questioni centrali del film How to Be Normal and the Oddness of the Other World è la relatività della realtà: cos’è normale? Pia si muove tra due mondi che, apparentemente contrapposti, risultano entrambi soffocanti: la psichiatria e il mondo del lavoro. Il film non offre risposte, ma lascia emergere la sensazione di una società in cui la follia non è più un’eccezione, bensì una condizione diffusa. How to Be Normal and the Oddness of the Other World riflette su come le generazioni affrontino la crescente instabilità del mondo: dai genitori di Pia, che hanno imparato a reprimere e ignorare i problemi, alla sua generazione, che urla il proprio disagio senza trovare soluzioni definitive.

Luisa-Céline Gaffron

How to Be Normal and the Oddness of the Other World (2025): Luisa-Céline Gaffron

Humor e ansia: ridere per esorcizzare la paura

Nonostante le tematiche profonde, Pochlatko sceglie di affrontarle con leggerezza e ironia. Il film non è una tragedia, ma una commedia malinconica che invita a ridere delle proprie paure. "L’ansia è diventata il rumore di fondo della nostra società", afferma il regista, sottolineando come ridere delle proprie fobie aiuti a renderle più piccole e affrontabili.

L’editing, curato da Julia Drack, ha giocato un ruolo cruciale nel dare coerenza a una struttura narrativa volutamente spezzata e frammentaria. Pericolosamente vicino al rischio di collassare su se stesso, l’opera riesce invece a mantenere un equilibrio tra emotività e razionalità grazie a un montaggio che alterna momenti surreali a scene di pura introspezione.

Per una generazione in cerca di risposte

Il film How to Be Normal and the Oddness of the Other World non è solo la storia di Pia, ma il ritratto di una generazione che fatica a trovare un posto nel mondo. Attraverso il suo sguardo caotico e visionario, Florian Pochlatko ci consegna un’opera che riflette il senso di smarrimento del nostro tempo, senza mai cadere nel pessimismo. La battuta finale, "Il futuro è luminoso", risuona come un messaggio di speranza: se il mondo può andare in pezzi in due generazioni, allora è possibile anche ricostruirlo.

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