
Nel giorno della Festa delle Donne voglio porgere un omaggio ad attrici belle e brave del passato. Le ho scelte, secondo il mio personale gusto, fra quelle di indiscussa bravura e mi sono rimaste impresse per la loro eccellente recitazione in almeno un film di buon valore, ma che non credo siano le primissime che possano venire in mente allo spettatore italiano medio: ho perciò escluso le “dive” o “star” e le attrici famose ora in attività. Le presento in ordine alfabetico.

Danielle Darrieux
Danielle Darrieux. Ho apprezzato molto la sua interpretazione de I gioielli di Madame de … di Max Ophüls in cui ha impersonato la protagonista, contessa Louise de …, frivola e disinvolta mentitrice, ma capace di un tenero e profondo sentimento per l’amante, come pure quella ne La Ronde sempre di Ophüls. È stata attiva dagli anni Trenta ai Sessanta

Gloria Grahame
Gloria Grahame. Il suo vero nome era Gloria Hallward; particolarmente riuscita la sua interpretazione della donna di Lee Marvin ne Il grande caldo di Fritz Lang, estroversa e allegra con una fragilità di fondo, che però si rivela determinante per lo sviluppo della vicenda. Ottima e incisiva, anche se breve, la sua prova in Odio implacabile di Dmytryck. Il suo periodo di attività va dagli anni Quaranta ai Settanta.



Setsuko Hara. Il suo vero nome era Masae Áida. Anche se da noi è conosciuta soprattutto dagli appassionati, è considerata una delle più grandi attrici del cinema non solo giapponese bensì mondiale per la sua straordinaria flessibilità espressiva che le permetteva di esprimere con grande naturalezza ed efficacia gli stati d’animo e i moti interiori dei personaggi interpretati, senza mai alzare i toni e dotata di un sorriso solare che illuminava la scena, creando empatia per essi. Il film in cui la preferisco (a puro titolo di gusto personale, senza valutazioni di merito) è Tarda primavera, ma il suo apporto è stato sempre determinante nei capolavori di Ozu interpretati; ottima anche in Il pasto di Naruse e Non rimpiango la mia giovinezza di Kurosasawa. Attiva dagli anni ’30 al 1962, a 42 anni si ritirò a vita privata e visse isolata.

Machiko Kyo
Machiko Kyo. Il suo vero nome era Motoko Kano. Nei suoi ruoli più famosi (la moglie del samurai in Rashomon di Kurosawa e la signora Wakasa in I racconti della luna pallida di agosto di Mizoguchi) ha impersonato con grande efficacia la figura della donna dalla bellezza seducente ma ambigua e pericolosa. Ha recitato, dal dopoguerra agli anni’70, anche con Ozu e Naruse e, in Occidente, con Daniel Mann in La casa da tè alla luna d’agosto.

Lea Massari
Lea Massari. Il suo vero nome è Anna Maria Massatani. Ha recitato in molti film di valore, anche all’estero, fra gli anni ’50 e ’90. Delle sue interpretazioni ricordo in particolare quella in Soffio al cuore di L. Malle in cui ha sostenuto la parte della madre, donna disinvolta e allegra, ma con una fragilità di fondo, molto legata ai figli, sostenuta con leggera naturalezza senza scadimenti di tono nonostante il finale scabroso.

Giovanna Ralli
Giovanna Ralli. La ricordo per la sua bella interpretazione in C’eravamo tanto amati di E. Scola della figlia di Aldo Fabrizi, una brava ragazza ingenua ma sensibile che, quando era sopraffatta dai sentimenti, aveva il difetto di “intruppare”, rimanendo alla fine schiacciata dall’indifferenza del marito che l’aveva sposata per interesse.

Kinuyo Tanaka
Kinuyo Tanaka. Iniziò la carriera nel 1924 a 15 anni e l’ultimo suo film è del 1974- Negli anni’30 recitò spesso in film di Ozu, poi dagli anni ’40 è stata la musa di Mizoguchi ma entrarono in contrasto quando lei si diede alla regia nel 1954. Nei grandi capolavori di Mizoguchi ha interpretato con grande intensità e verosimiglianza le dolenti e sfortunate figure di donne che nel corso delle vicende narrate perdono lo status sociale e morale (Vita di O Haru e L’intendente Sansho) e subiscono menomazioni fisiche (L’intendente Sansho) o la morte (I racconti della luna pallida d’agosto).

G. Tierney
Gene Tierney. Era considerate una delle attrici più belle del suo tempo, di una bellezza elicata e affascinante, ma dalla vita privata sfortunata. Sebbene avesse dato delle belle prove in garbate commedie di Lubitsch e Mankiewicz, la migliore e più celebre interpretazione è stata quella nel noir Vertigine di Preminger dove la sua immagine domina latente due terzi del film e compare di persona solo verso la fine con un vero coup de theatre.

Susannah York
Susannah York. Il suo vero nome era Susannah Yolande Fletcher; è stata attiva dagli anni ’60.L’ho avuta in simpatia fin da giovane quando in sala l’ho ammirata in Tom Jones di Richardson in cui dimostrava ina verve spigliata e un caratterino tutto pepe e diversi anno dopo in L’australiano di J. Skolimowski in cui sfoggiava una seducente sensualità.


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