John Turturro
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Al cinema con Lo Schiaccianoci in 3D (2010)
Leggo la rivista Film Tv sin da quando ero piccolo. E sin da allora, ero abituato a concepire i vip di Hollywood come esseri inavvicinabili: fosse altrimenti, non li definiremmo "miti". Infatti, i miti sono coloro di cui si parla da sempre e soltanto pochi eletti li hanno visti personalmente. Malgrado tali distanze, i miti continuano a stregare folle oceaniche d'intere generazioni. E da sempre, hanno stregato anche me.
La mitologia insegna che, in alcuni casi, i miti scendono dalla loro volta celeste e si presentano a noi. A nostra immagine e somiglianza.
Hollywood è l'Olimpo di tali miti. Parafrasando Humphrey Bogart "... è la materia di cui sono fatti i sogni".
Il nostro eterno settimanale, tramite lo stimato responsabile del suo sito, mi invita ad assistere alla presentazione romana de LA PASSIONE, l'ultimo film di John Turturro. Parafrasando stavolta Vito Corleone "... è una proposta che non si può rifiutare!"
La sera del 18/10/2010, arrivato al cinema Fiamma di Roma, quasi mi sento un vip: non a caso, la prima persona in cui m'imbatto è Dario Ballantini (il Valentino di Striscia La Notizia) personaggio di simpatia unica.
Poi entro in sala e, con non poca sorpresa ed emozione, mi trovo dinnanzi colui che per anni ho visto attraverso lo "spartiacque" dello schermo. Già, proprio lui, il protagonista di BARTON FINK, capolavoro dei Coen Bros. Un uomo venuto da un altro mondo. Ed è sceso tra noi, "comuni mortali" capitolini: chi se lo aspettava?
Egli, con cordialità e affetto, invita i presenti ad accomodarsi e gustarsi la sua ultima opera. Gli stringo la mano, gli dico cordialmente "You're the best!" e John, con gestualità scettica e sguardo complice, respinge il mio elogio, dimostrandomi così la sua umiltà.
Il musical da lui diretto è un omaggio ai brani fondamentali della musica napoletana, reinterpretati dalle migliori voci odierne provenienti da quel panorama canoro.
Del paese di San Gennaro, il regista confessa sia il fascino che le miserie: l'obiettivo primario è far sì che la melodia partenopea possa compiere il giro del mondo, dimostrando la sua universalità. Obiettivo quanto mai condivisibile.
Un susseguirsi di esibizioni effettuate da corde vocali davvero ... da urlo! Ci sono anche inserti di repertorio, legati ad alcune leggende del passato (come Enrico Caruso e Renato Carosone); allo stesso tempo, si evita qualsiasi concessione al "sentimentalismo spicciolo" stile Nino D'Angelo e Gigi D'Alessio.
Verso la fine, vi è perfino uno scopitone (ossia videoclip old style) con Fiorello, che interpreta CARAVAN PETROL. E' uno dei momenti più interessanti della pellicola: in esso Turturro si finge ballerino, inscenando una pantomima di indubbia efficacia. Da quel momento, l'ho definito "L'UOMO CHE RECITA COL CORPO". Oramai, ai miei occhi, il suo mito si era consolidato.
Ciliegina sulla torta, a fine proiezione ci facciamo una foto assieme. Io esclamo "Barton Fink forever!". Pochi secondi dopo lui mi acciuffa amichevolmente, mi guarda negli occhi e sorride: "... thanks to you - dice - and I'm not Barton Fink: I'M JOHN !" Un istante che non dimenticherò mai.
Grazie, mr. Turturro.
E grazie, Film Tv.
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