Nota della redazione: poi ci si chiede (lo fa questo stesso utente, ripetutamente, scrivendoci anche minacce e ingiurie) come mai lo si banna. Questa la lasciamo. Magari qualcuno ci fa un pensierino. Le XXXX servono a cancellare il nome di un altro utente.







La vera vita di Stefano Falotico Sono un uomo onesto, quindi intendo pormi in una maniera onesta, che non racconta bugie o falsità, ma ha il coraggio di ammettere la mia anima, di commettere l'enorme scempio di graffiarla. La mia vita, anche se non nascevo era uguale, la vita è come una donna senza vagina, il che la rende più appetitosa. Perché tanto sai che c'è qualcosa lo stesso, il vuoto non esiste. Le donne amano amoreggiare di notte, notte e dì, morendo poco alla volta in orgasmi futili, pressapoco banali. Da che Mondo e Mondo la donna ha sempre esercitato la missione di puttana, sempre, anche quando fa la "signora". E si fa mantenere da un porco "elegante" che la picchia nel privato. Non ho molta voglia di parlare di me, ma ne parlerò ugualmente, mi va, non posso esimermi da tale necessità. Mi ricordo che da fin quando nacqui mi considero un uomo libero, non ammanettato alle regole, io trasgredisco ogni cosa. Compreso me stesso. Appena nato, nacqui un po' per caso, fui portato da un prete che mi concepì fin dall'inizio "scemo totale", solo perché, in maniera assai precoce, avevo scrutato con fare guardingo nelle gonne delle infermiere. Avevo solo 2 mesi, ma ero già un peperino. Che guarda di sottecchio con esemplare "indifferenza". Avete presente Baby Herman di "Who is framed Roger Rabbit?". Ecco, sono io, figuratevi com'ero messo da neonato, ero già allupato all'epoca e sghignazzavo felice alla vista di culi sculettanti. Mi ricordo che all'epoca crebbi con mia nonna, una pazza isterica con manie religiose, il cui unico scopo nella vita, oltre a scopare, donna del Sud, "caliente" e "prendente" col dente, era andare a Messa. La Messa la salvava dai suoi peccati, della serie "prima ti scaccoli e poi ti pulisci". Alle scuole elementari già presentavo problemi d'alcolismo ed irrequietezza, come tema finale scrissi un mezzo poema su Paperino che vive nella foresta degli orrori, una storia di sangue, molto sanguinolenta, ma anche molto "triste". Io sono sempre stato "triste", mi ricordo che quando giocavo a calcio c'era un tizio, figlio di Villa, l'allora calciatore del Bologna, di nome Alberto, Alberto Villa. Il padre militava in serie B, con l'allora rossoblù, e, sebbene, avesse non pochi quattrini, guidava una Y10 d'ordinanza da ragioniere per la donna "Arbre magique". Alle scuole medie m'infatuai di una certa Tiziana, una bionda che col Tempo, il Tempo che te lo fa crescere..., avrebbe imparato a succhiare il midollo della vita di cui parla Mr. Keating ne "L'attimo fuggente". Ed avrebbe imparato a succhiare anche altro. Uno dei colpi più ferali della mia esistenza avvenne una sera d'estate, quando Tiziana, anzi, la Tiziana, come dicono a Bologna, s'imboscò dietro "colonne di periferia" con un mezzo farabutto di nome Nico, il fascino "turbolento" di quello che a 13 anni già guida il motorino, praticamente un "mariuolo". Nico era il terrore degli insegnanti della mia scuola dell'epoca, le Salvo D'Acquisto, assieme a Bronte, un altro siculo abbastanza rispettoso delle sue origini mafiose, incendiarono "qualcosa". Circolava anche voce che il suddetto Nico avesse una tresca con l'insegnante d'inglese, tale Fontana, che puntualmente, ogni mattina si presentava in minigonna per l'uccello tirante di noi puberali. Tale V. Porro, all'epoca conclamato "teppista", ogni volta che la signora Fontana faceva lezione, buttava una matita a terra fingendo che gli fosse caduta "distrattamente" per osservare se la signora Fontana oltre ad accavallare come Sharon Stone era anche come lei nel film che le diede celebrità: "Basic instinct", film in cui la bionda mostra di "sfuggita" il pelo biondo. Io mi sono sempre reputato, a ragion veduta, un genio. Ho scelto varie strade per non uccidermi "di botto", perfino illudere il mio psicanalista che mi sarei curato e "guarito". Dopo 3 anni d'inutilissima "analisi", forse anche di più, facciamo di più, ho scoperto che le mie ipotesi sul suo conto erano assolutamente fondate. Trattasi di un puttaniere "libero professionista" che guadagna soldi in maniera squallida, terrorizzando i suoi pazienti. Usando l'ipnosi e devastando l'ipofisi, per far credere loro di essere bisognosi delle sue "cure" amorevoli. Così lui intasca i soldi di quella povera gente, e con quelli si fa la villa con le troie che glielo leccano. Il gestore di un certo sito di cinema pare che per anni lo frequentasse. Assieme ballavano il "lento" alla De Piscopo, fra una troia e l'altra. Ed ora datemi una spada che inculerò un altro mostro. Così la prossima volta impareranno a rispettare Stefano Falotico, tutti quanti, compresa quella famiglia di animali, che una volta finita la causa, sarà incendiata a fuoco lento, con tanto di padre inchinato al mio uccello con la moglie in lacrime. P.S: a tutt'oggi, pare che il "saggio" XXXXXXX s'inculi una ragazza di nome Jessica al "Paranoid park", dove, fra una trombata ed un joint, ha anche tempo per leccarle il dolcino con frasi da poeta della minchia. Già, della minchia. Quando si nasce geni si può prendere per il culo l'umanità.