Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Ho visto questo film dopo aver sentito citare il titolo svariate volte nei contesti lavorativi o extralavorativi più disparati. Ne sono rimasto entusiasta e colpitissimo. La regia di Ridley Scott già allora dimostrava una capacità, un gusto della luce e dell’immagine fuori dal comune. L’ambientazione, le scene, la ricostruzione fedele dei modi e dei costumi sociali sono incredibili e sembra davvero di muoversi in quei contesti che abbiamo letto solo nei libri, ossia quella Francia a cavallo tra la gloriosa e poi decadente era napoleonica ed il ritorno della monarchia. Quella Francia - contraddittoria tra l’ipocrisia della tradizione e la nuova ipocrisia della modernità, viva e morente nel gelo della campagna di Russia- è la vera protagonista assieme ai due duellanti che si sfidano per uccidersi senza riuscirvi, per una questione d’onore talmente futile da essere dimenticata persino dai protagonisti.
I due attori protagonisti sono semplicemente magnifici: giganteggia, nella sua ostinata sete di violenza, Harvey Keitel, ma non è da meno ed è un validissimo alter ego Keith Carradine, colto e intelligente, ma comunque vincolato al conformismo del codice d’onore.
Il film, rafforzato da una colonna sonora il cui tema principale, continuativamente reiterato, resta nella testa senza mai annoiare, è una rappresentazione che, a mio avviso, è superato solo dal magnificente e stupendo Barry Lindon.
Da vedere e rivedere anche per apprezzare un ritmo compassato e una capacità di riflessione che manca nella modernità.
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