Espandi menu
cerca
Lo squartatore di New York

Regia di Lucio Fulci vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Qualcunocheadorailcinema

Qualcunocheadorailcinema

Iscritto dal 27 marzo 2023 Vai al suo profilo
  • Seguaci 18
  • Post -
  • Recensioni 192
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Lo squartatore di New York

di Qualcunocheadorailcinema
8 stelle

Probabilmente, il miglior thriller di quel genio di Lucio Fulci insieme ad "Una lucertola..."

A New York viene ritrovato il cadavere di una prostituta. Il tenente Williams, prossimo alla pensione, è incaricato del caso. I primi indizi spingono alla ricerca di un uomo con la voce identica a quella di Paperino. Intanto, un'altra vittima viene assassinata su un traghetto per Staten Island. La stampa inizia a parlare dell'esistenza di un assassino seriale. La polizia si rivolge ad un giovane professore universitario di psichiatria per un aiuto nelle indagini.

 

 

Una creatività visiva inframezzata da schizzi perturbanti inonda questo giallo newyorkese costellato da un pizzico di scarlatto, che dà spazio a innumerevoli scene di omicidio mescolate a perversioni voyeuristiche e a torbidi corpi femminili. Fin dalle prime inquadrature,  trascina in una metropoli marcia e decadente, una New York inquieta, sporca, degradata, quasi deformata, che diventa il teatro perfetto per una spirale di violenza efferata e insensata. Fulci, con la sua regia spietata e senza compromessi, immerge lo spettatore in una dimensione urbana claustrofobica e malsana, accentuata da una fotografia livida e dai contrasti duri, che esaltano il lato più sordido della città e dei suoi abitanti.

Ciò che colpisce di più è certamente la ferocia sadica e sanguinaria con cui l’assassino si accanisce sulle sue povere vittime: corpi femminili violati, smembrati, sezionati con una crudeltà chirurgica che sembra sfiorare il compiacimento. Ma a ben vedere, Fulci non si limita a rappresentare la violenza: la eleva a linguaggio, a grido disperato di un mondo ormai privo di empatia, di senso, di giustizia. Il dolore fisico si fonde con quello esistenziale, e a tratti sembra di assistere a un incubo lucido, grottesco, disturbante.

Forse non solo il film più esplicito di Fulci, ma anche – per via degli ottimi effetti speciali, firmati da Giannetto De Rossi – uno dei thriller più crudi mai realizzati, e non solo in ambito italiano. La brutalità visiva non è mai fine a sé stessa, ma parte integrante di una riflessione cinica e disillusa sulla natura umana, sulla repressione del desiderio, sulla brutalizzazione dei sentimenti in una società che consuma tutto, anche la morte.

In conclusione, è un thriller malsano, estremo, sgradevole, e proprio per questo affascinante: un incubo metropolitano che scava nell’inconscio collettivo con la lama di un bisturi.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati