Regia di Dario Argento vedi scheda film
Ecco il primo tonfo di Dario Argento, e la cosa peggiore è che è arrivato dopo il suo ultimo grande film, "Phenomena", la distanza dal quale è abissale sotto tutti i punti di vista. "Opera" (titolo piuttosto azzardato per questa vaccata) incomincia bene, si giova di una discreta parte intermedia, diventa mediocre nel pre-finale, naufraga nella prima parte del finale e diventa un DISASTRO in fase di chiusura. Incredibile come nell'economia di una pellicola di 106 minuti bastino gli ultimi 10 per annientare un lavoro per lo meno salvabile. Tralasciando il fatto che, a differenza dei precedenti film di Argento, l'identità del maniaco assassino è intuibile già a metà della storia, di conseguenza azzerando buona parte del mistero e del pathos a cui il maestro del brivido ci aveva abituati, ecco palesarsi tutte le pecche che da sempre gli vengono attribuite, ovvero l'incapacità di scegliere attori validi e di dirigerli e le lacune sempre più grandi in fase di sceneggiatura (se confrontato con i vari "Profondo Rosso", "Tenebre" e "L'uccello dalle piume di cristallo", il cui pregio principale era il favoloso intreccio da giallo, qui le carenze nella trama sono tante e altrettante quelle degli attori, davvero inespressivi e trascurabili. Cristina Marsillach sarebbe anche discreta, se non fosse diretta così male. Davvero, sembra completamente spaesata e priva di riferimenti). Si salvano come al solito i virtuosismi registici dell'Argento, i cui piani-sequenza e le riprese in soggettiva sono pur sempre eccezionali, così come le scenografie, la fotografia e la colonna sonora, che pur non essendo ai livelli dei suoi migliori film si rivelano comunque sopra la media. Buona l'intuizione degli spilli incollati sotto le palpebre, ma da sola non basta a salvare il regista da sè stesso. Perché, a parte qualche situazione poco chiara, è il finale che dà la botta decisiva a tutto l'insieme e lo fa precipitare nel baratro: il movente dell'assassino appare alquanto improbabile, ma ancora peggio è il modo in cui viene dato per morto per poi rifarsi vivo, una perla del trash che spero tutti voi possiate assaporare, ma anche questo è nulla in confronto al ridicolo involontario insito nella scena finale, una sequenza talmente grottesca e improbabile che mi ha letteralmente abbagliato per la sua potenza comica, un vero calcio nelle parti basse che mi ha impedito di rialzarmi per qualche minuto. Se per caso doveste avventurarvi nella visione di codesto capolavoro (che sul sito IMDB ha addirittura un voto medio di 7,1! Poveri utenti...), vi consiglio di gustarvelo tutto, dal primo all'ultimo fotogramma, in modo da sperimentare le mie stesse sensazioni, passando dunque dall'ottimisimo alla disillusione, per poi giungere al vero e proprio rigetto fisico.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta