Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Frank Galvin (Newman), un avvocato di  mezza età dal passato brillante ma dal presente davvero poco edificante  che lo tiene perennemente attaccato alla bottiglia, ha la grande  occasione per riscattarsi: citare in giudizio una rinomata clinica  cattolica di Boston i cui medici hanno ridotto in fin di vita una donna  durante il parto. Contro i titani della clinica, peraltro legati a  doppio filo con la Chiesa, Galvin sembra avere scarsissime chance, tanto  più che una donna (Rampling) si infiltra nella sua vita per fare da  talpa. Ma la vicenda avrà un esito inatteso.
Lumet ritorna a farci respirare l'aria polverosa dei tribunali del suo primo film, La parola ai giurati,  con un dramma giudiziario (sceneggiato da David Mamet) dalle molte  imperfezioni e un po' schematico, nel quale nella prima ora non accade  pressoché nulla, ma che si riscatta con una seconda parte avvincente e  una prova maiuscola di Paul Newman. La figura della Rampling - che qui  ricorda moltissimo la recitazione della Dietrich - sembra piuttosto  pretestuosa: infiltrata nella vita del protagonista come nel film.
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