Regia di Terry Gilliam vedi scheda film
"Le avventure del barone di Munchausen" di Terry Gilliam è un film che vidi con entusiasmo nella mia infanzia, che in un certo senso ho mitizzato, e ho rivisto adesso dopo circa trentacinque anni. È un film conosciuto soprattutto per essere stato uno dei più grandi fiaschi di pubblico della sua epoca, ma merita di essere preso in considerazione al di là di questa infausta circostanza: si tratta di una fiaba mirabolante, un racconto avventuroso/fantastico che procede in maniera episodica, con il barone che compie imprese straordinarie insieme ad un gruppo di servitori dotati di poteri sovrumani.
Gilliam conferma le sue doti di affabulatore e di mago dell'immagine, già evidenziate soprattutto nel suo capolavoro "Brazil", ma qui sembra dipendere soprattutto dall'apparato decorativo, dalle imponenti scenografie di Ferretti e Lo Schiavo e dagli sfarzosi costumi di Gabriella Pescucci, nonché da una fotografia del maestro Rotunno che eccelle in alcune sequenze come quelle virate in rosso sull'Etna con il dio Vulcano. Rivedendolo adesso, "Munchausen" è un film che può contare su singole sequenze e momenti di invenzione registica perfino strabilianti, dove il contributo degli effetti speciali ancora non computerizzati è spesso ammirevole, ma come racconto dopo un po' mostra la corda, fatica a reggere la durata di due ore piene, anche perché alcuni brani sono francamente meno interessanti, a tratti di una bizzarria inutilmente esagitata, piuttosto gratuita, soprattutto le scene sulla Luna con il Re e la Regina dalle teste volanti, interpretati da Robin Williams e Valentina Cortese.
Si ha dunque un paradosso, quello di una regia perfino di alto livello iconico e figurativo che deve scontrarsi con la pochezza di un copione spesso irrisolto e che gira inutilmente a vuoto, e in più si può aggiungere anche la circostanza che le riprese si svolsero in un clima a quanto pare pesante per la maniacalità di Gilliam, che sforo' ampiamente il budget e creo' situazioni pericolose, come ricordato da Sarah Polley, che all'epoca aveva solo nove anni, nel ruolo di Sally. Dare un giudizio sul contributo del cast non è semplice, poiché in questo caso gli attori risultano soprattutto "materiale plastico" da forgiare nelle mani del regista, comunque John Neville rende con calcolato istrionismo la vanagloria di Munchausen, la bambina Polley risulta una vera forza della natura, il comico Eric Idle sembra trovarsi in uno spettacolo dei Monty Python, Oliver Reed fa facce torve nel ruolo di Vulcano e Uma Thurman posa come simbolo della bellezza giovanile come Venere, ma c'è anche il protagonista di "Brazil", capolavoro del regista, quel Jonathan Pryce qui in una simpatica partecipazione nel ruolo di un politicante traditore.
Dunque il fiasco colossale al botteghino non fu certamente meritato, ma questo Munchausen resta un film discontinuo, godibile a livello estetico e come galleria di quadri animati da effetti visivi e trucchi stupefacenti, ma in definitiva non del tutto riuscito.
Voto 7/10
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