Regia di Djibril Diop Mambety vedi scheda film
Il cinema africano è un continente sconosciuto per molti cinefili accaniti, che hanno avuto poche occasioni in Italia per vedere i film prodotti, a partire dagli anni 60, nei paesi come il Senegal, che ha dato i natali a quello che risulta forse il più importante regista e intellettuale africano in campo cinematografico, Ousmane Sembene, di cui ho visto e recensito "La nera di..."
Il film in oggetto, "Il viaggio della iena" di Djibril Diop Mambety, l'ho conosciuto attraverso i sondaggi di Sight and sound dove si è piazzato fra i primi 100 film della Storia sia nel 2012 e poi nel 2022, e anche perché, per quanto ancora oscuro, ha una fama di capolavoro del cinema del continente nero presso una certa critica più attenta a questo tipo di rarità. Si tratta di un'opera decisamente pessimista che analizza un certo malessere sociale attraverso la storia di Mory, un nullafacente di Dakar che si mette in testa di andarsene in Francia e per raggiungere l'obiettivo è pronto a ricorrere anche a mezzi disonesti.
La trama di "Touki Bouki" è decisamente evanescente, ma il film ha una tessitura visiva e sonora spesso di grande pregio, con immagini che riescono a catturare il mistero di certi paesaggi africani e una sorta di alienazione dei personaggi che, più che ad Antonioni, guarda probabilmente a Godard e Pasolini (sorprendente che in un film senegalese del 1973 non si faccia mistero dell'omosessualità di uno dei personaggi principali, Charlie). Film ellittico, modernista nel suo approccio antinarrativo, a tratti piuttosto cruento in alcune immagini di animali sventrati al mattatoio che farebbero arrabbiare gli animalisti di oggi, "Touki Bouki" è un piccolo gioiello di una cinematografia che dovette aspettare molto a lungo per arrivare alla ribalta internazionale, e il cui regista purtroppo è morto in età prematura avendo realizzato pochissimi film, solo un altro lungometraggio e qualche corto. La parabola di Mory è un apologo amarissimo sui guasti del neocolonialismo e l'impossibilità di liberarsi dal giogo della Francia, in una maniera che ricorda certamente "La nera di", anche se con uno stile più aspro e irregolare; un film che da noi è passato solo su Fuori orario molti anni dopo, ma divenuto comunque un piccolo cult, adesso visibile su Raiplay. Voto 9/10
Il viaggio della iena (1973): locandina
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Visto anni fa su raiplay. Strutturalmente ondivago, parte dalla descrizione di un paese in crisi d'identità fino alla conclusione surreale che si risolve in una diaspora idilliaca ritmata dalla melodia romanzata della canzone "París, París, París". Splendidi i colori della fotografia di Georges Bracher. Grazie per aver ricordato questo cinema poco quotato. A presto Stefano.
Ciao Stefano, anche io ho potuto visionarlo in questi giorni su Raiplay. Lo hai definito ondivago, e in effetti le immagini delle onde sono molto ricorrenti. È un film che si è conquistato un posto importante almeno presso una certa critica anglofona, date le ottime posizioni nei sondaggi, ma alquanto sconosciuto da noi. Un saluto
L'ironia è una cifra stilistica di Mambety, presente in questo "gioiello" di film anche se, come sottolinei tu, si tratta di un film abbastanza "pessimista". Gli ho preferito "Le Franc", che per me sta tra le parti del capolavoro autentico (e di Tatì). Se non lo conoci, te lo consiglio caldamente. Ciao Stefano.
Ciao Peppe è un grande piacere risentirti! Le franc mi sembra che sia uno dei mediometraggi di Mambety realizzato molti anni dopo. Questo Viaggio della iena mi ha incuriosito per la fama di "capolavoro maledetto" del cinema Africano che si porta dietro. Un saluto a te
Approfitto di questa recensione e della bontà di Stefano che l'ha recensito per segnalare, nell'ambito della rassegna "Manifesti per un cinema libero", che "Touki Bouki" sarà proiettano (finalmente! ogni film dovrebbe avere sempre il suo spazio in sala) al Multicinema Modernissimo, nel cuore di Napoli, martedì 25 marzo, ore 21.30. Un doveroso omaggio a chi si è immolato per questo mestiere: non il solo, certo, ma tra quelli che meno ha potuto godere della visibilità delle sue, seppur necessarie, sparute opere.
Grazie Maurizio per il tuo commento! Hai fatto bene a segnalare la proiezione al cinema di Napoli di questo film, pochissimo conosciuto da noi. Un saluto
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