Regia di Woody Allen vedi scheda film
Orecchie tese e testa lucida per cogliere le battute a raffica di Woody Allen.
Fa parte del primo periodo di Woody Allen, cioè delle commedie “pure”, per così dire. Più precisamente, siamo in presenza di un'insalata... russa a base di letteratura (soprattutto Guerra e Pace), schermaglie amorose, aneddoti di stampo ebraico, schermaglie sentimentali e quadretti familiari che sanno molto di autobiografico. La trama è esile, ma non è essa quello che conta.
È un film veloce, molto parlato, ricco di battute quasi tutte spiritose. Allen era davvero lanciato qui a inventare arguzie e giochi di parole di ogni tipo. Non manca l'ironia sulla frustrazione del suo personaggio, che naturalmente è un inetto nella vita e con le donne (e ancora peggiore è in battaglia...).
Il film diverte, anche se un paio di volte ci va giù un po' troppo pesante, e risulta cinico in alcuni passi, come con la morte dell'uomo ricco e praticamente impotente; un'altra è il marito che schiatta tra i risolini di amici e consorte. Con la morte bisogna sempre stare attenti a scherzare, perché si rischia di superare il limite del divertimento e dell'ironia. Una buona trovata è invece il personaggio bendato con la falce che perseguita il protagonista.
A proposito di morte, essa è notoriamente una delle ossessioni del regista, assieme all'esistenza di Dio e alla vita nell'aldilà. Come sempre, anche qui Allen non riesce a smettere di pensare a Dio, e allo stesso tempo non riesce a crederci. Interessante che il titolo originale reciti “Amore e morte”, che forse in italiano sarebbe suonato un po' troppo pesante.
Diane Keaton è al massimo del suo fulgore, mentre il nostro occhialuto e spettinato stava ancora completando la sua maturazione, per arrivare ai capolavori che di lì a poco avrebbe sfornato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta