Regia di Lucio Viglierchio vedi scheda film
Un documentario, una storia personale, una riflessione sulla vita e la malattia, o semplicemente un incontro con tra due persone. Il film di Lucio Viglierchio parte come un documentario dedicato al reparto ospedaliero dove il regista ha ricevuto cure contro la leucemia nel corso un anno, sino al traguardo del trapianto di midollo. Ma il progetto originale, quale che fosse, va all'aria quando Viglierco conosce Sabrina, paziente come lui, che ha appena cominciato la terapia. Sabrina catalizza su di se la macchina da presa con la sua personalità forte e fragile e la sua storia si prende il film. Il documentario sul reparto diventa così la storia di due persone che si incontrano, uno smarrito perchè perchè guarito, l'altra confortata dal poter condividere il suo calvario di cure con uno che "ce l'ha fatta". Nel corso di un paio d'anni, scanditi dalla crescita della figlia del regista stesso, il rapporto si approfondisce, la paura è ora controllata e ora manifesta, la malattia perde e vince. Il regista mantiene un'attenzione alla qualità filmica, artistica, soprattutto attraverso un attento montaggio e una bella colonna sonora, ma certo il colore personale e autobiografico resta dominante. Consigliato a chi ha paura della malattia e a chi non ha paura della malattia.
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