Regia di Orson Welles vedi scheda film
Orson Welles considerava questo suo terzo film da regista il meno riuscito di tutta la sua carriera, e forse aveva ragione: sembra che ne accettò la regia soltanto per provare che anche lui, come tanti altri registi hollywoodiani, poteva realizzare un thriller di serie B secondo le norme vigenti nella Mecca del cinema. Tuttavia, il film non è certo da buttare: anche qui si trovano elementi stilistici che fanno pensare all'espressionismo, corrente cinematografica che aveva indubbiamente influenzato la formazione registica di Welles, e non mancano momenti di suspense genuina, come il finale di circa 6 minuti in cui Welles si rifugia sul campanile di una chiesa fino ad ottenere la meritata punizione da parte dell'angelo gotico dell'orologio che lui stesso aveva poco prima riparato. La direzione d'attori è accurata, con una menzione d'onore a una vibrante Loretta Young, mentre lo stesso Welles nel ruolo del criminale nazista in incognito Franz Kindler risulta un po' troppo caricato, e sopperisce all'eccessiva convenzionalità di alcuni caratteri e alla prevedibilità dello sviluppo dell'intreccio. Certo, non lo si può paragonare in termini estetici ai due capolavori precedenti (Quarto potere e L'orgoglio degli Amberson), ma la mano di Welles è comunque visibile e la continuità con le altre opere è evidente. Alla sceneggiatura sembra che abbia collaborato John Huston, non accreditato nei titoli di testa. Buona la prestazione di Edward G. Robinson nel ruolo dell'ispettore Wilson.
voto 7/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta