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L'abbiamo fatta grossa

Regia di Carlo Verdone vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'abbiamo fatta grossa

di Dany9007
7 stelle

 

 

La sottotrama gialla/thriller all’interno del contesto comico non è certo una novità nel nostro cinema. Dai tempi più nobili della commedia all’italiana questo era un espediente per dare frivolezza ad una vicenda più dark o, meglio, per dare uno stimolo di curiosità ad una struttura comica, spesso non proprio brillante. Titoli come Crimen, Thrilling, Il gatto, Doppio delitto, Giallo napoletano e chissà quanti altri hanno dunque impostato un equilibrio, più o meno verosimile, di queste due componenti. In un certo senso Verdone prova a mettere insieme, supportato da un professionista come Antonio Albanese, alcune sfumature delle sue classiche maschere (come di consueto i due protagonisti sono sostanzialmente dei perdenti già in partenza) ad un’indagine, chiaramente stiracchiata in termini di verosimilità, che partendo da un problema coniugale, si tramuta chiaramente in un intrigo di ben altra portata. Un film memorabile? Ovviamente no, ma diciamo che a 40 anni dall’esordio Verdone, a differenza di quasi tutti gli attori/registi della sua generazione ha saputo sempre sviluppare trame che, anche di fronte a soggetti esili, mantengono una certa dignità ed una certa coerenza. Nei decenni in cui sbancavano i botteghini i cinepanettoni, o negli anni in cui sono nati e sfioriti comici/attori anche di ottima preparazione (basti pensare al trio Aldo, Giovanni e Giacomo che dopo i primi film di successo e di una sensibile creatività, hanno accusato un costante calo nelle idee e nei soggetti in cui si sono cimentati), Verdone ha comunque mantenuto un certo livello del proprio modello di cinema. La “spalla” di Albanese funziona bene all’interno dell’economia della vicenda che traccia simpaticamente due personaggi che mal si sopportano: Verdone più sensibile e assennato, Albanese più scatenato e approssimativo. La sequenza del pranzo insieme all’anziana zia di Verdone è davvero spassosa. Un po’ appiccicato l’epilogo della vicenda, con la “scoperta” del cattivone che in realtà si cela tra i banchi di montecitorio e con una pernacchia liberatoria a conclusione del tutto.  

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