Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film
"Gone to earth" è forse l'ultima grande riuscita artistica della coppia di registi Powell/Pressburger prima della loro separazione. Il film va visto assolutamente nella versione integrale voluta dai due registi, oggi facilmente reperibile in DVD e in streaming, e ovviamente non nella versione sfregiata dal produttore Selznick con l'aggiunta di scene girate dal pur bravo Rouben Mamoulian.
Tratto da un romanzo di Mary Webb poco noto da noi, il film è la storia di Hazel, figlia di un suonatore di arpa, ragazza che vive nello Shropshire di fine 800, alleva una volpe a cui è affezionatissima, ha una sensibilità vicina alla Natura e alle creature selvagge e si trova al centro di un triangolo, contesa da un pastore anglicano che sposa, forse ingenuamente, e un ricco ma brutale mr. Reddin, da cui è attratta, ma che non riesce a stabilire con lei un legame più profondo.
Si tratta di un ennesimo melodramma sul conflitto fra "l'anima e la carne" (per citare il titolo italiano di un film di John Huston), un conflitto che è dilatato fino alle conseguenze più drammatiche e che mette a nudo l'ipocrisia e l'arretratezza della mentalità di provincia inglese sul finire dell'800, detto con un linguaggio come sempre barocco, un'ambizione da "cinema puro" o "cinema totale" che attraversa tutto il lavoro degli Archers e che trova la sintesi perfetta in una fotografia a colori di altissimo pregio di Christopher Challis, capace di rivaleggiare con quelle di Jack Cardiff nei precedenti lavori per la ricchezza di sfumature cromatiche che si associa all'opulenza di costumi e scenografie per un film visivamente mozzafiato. Per quanto da sempre sottovalutato nel corpus di Powell, "Gone to earth" è un melodramma di notevole forza nella messa in scena, di scrittura lirica e febbrile ma perfettamente coerente a livello estetico che chiude in bellezza un'intera stagione di cinema e che trova in Jennifer Jones un'interprete ispirata e intensa che rinnova certi tratti della sua performance in "Duello al sole", ben affiancata da Cyril Cusack nella parte del reverendo e da David Farrar, qui in un ruolo di cattivo che rende con la classe recitativa già mostrata in "Narciso nero".
Insomma un film da recuperare assolutamente per i fan degli Archers e per chi ancora non li conoscesse, condannato per molti anni all'oblio in virtù del pessimo servizio resogli dal tirannico Selznick, ma capace di rivaleggiare con la dismisura visionaria di "Scarpette rosse" e "Scala al paradiso".
Voto 9/10
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