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Via col vento

Regia di Victor Fleming vedi scheda film

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La recensione su Via col vento

di steno79
9 stelle

Un film mitico, in tutti i sensi, apoteosi del cinema hollywoodiano classico, amato dal pubblico a tutte le latitudini e generalmente maltrattato dalla critica. In teoria non ci sarebbe altro da aggiungere poichè sono stati versati fiumi di inchiostro, ma ci rimango sempre male quando leggo le recensioni o le opinioni negative su questo film di personalità come Giovanni Grazzini, Natalia Ginzburg, Giulio Cesare Castello, Ennio Flaiano, Jacques Lourcelles, Stanley Kauffmann, Richard Schickel, Andrew Sarris ecc... (gli ultimi tre, per chi non li conoscesse, sono influenti critici cinematografici americani). Perchè la cultura "alta" odia il film e lo taccia di mediocrità? A mio parere è un caso di snobismo culturale eccessivo e fastidioso, perchè il film ha molti pregi su cui poter contare, molte sequenze che si imprimono comunque nella memoria, vuoi per l'aspetto figurativo dovuto all'affascinante fotografia in Technicolor di Ernest Haller, dalle tinte corpose e sgargianti per essere un film del 1939 (memorabili le sequenze dell'assedio di Atlanta), vuoi per la resa del cast: secondo me fra gli attori l'elemento debole è Leslie Howard, troppo flemmatico e compassato come Ashley, ma sia Clark Gable che Vivien Leigh sono proprio bravi, anzi direi insostituibili nei loro ruoli, hanno la chimica giusta e sanno costruire due personaggi vivi, energici, affascinanti anche nelle loro debolezze. Il film si lascia seguire con un autentico coinvolgimento emotivo soprattutto nella prima parte, la più efficace e riuscita; a tratti è certamente un pò prolisso e con qualche facile soluzione melodrammatica, soprattutto nella parte del matrimonio fra Rhett e Rossella, ma resta nel complesso opera degna di tutto il rispetto possibile, se non forse di vera e propria ammirazione (purtroppo sconta il fatto di non essere stato diretto da un grande regista: il suo vero autore fu il produttore David O. Selznick, ma per diventare un capolavoro assoluto forse avrebbe necessitato della regia di George Cukor, un vero maestro che fu licenziato dopo una decina di giorni e sostituito con Victor Fleming, onesto artigiano che però non ha saputo dargli un'impronta autoriale riconoscibile). In definitiva, un film a cui resto legato per motivi personali e affettivi imprescindibili, che mi ha regalato tante emozioni e mi ha fatto sognare in un periodo in cui andavo scoprendo il cinema, anche se non avrà la consistenza artistica dei più grandi capolavori del cinema, ma resta ugualmente un prodotto memorabile dello studio system dell'epoca d'oro di Hollywood. Sulla spinosa questione del presunto razzismo dell'opera, che tante critiche gli ha attirato negli ultimi anni, io posso limitarmi a dire che "Via col vento" è figlio dell'epoca in cui è stato realizzato, che la visione in parte idealizzata del periodo della guerra di Secessione era sicuramente contenuta nel romanzo di Margaret Mitchell su cui è basato, ma che secondo me non è razzista come lo risulta ad esempio "Nascita di una nazione", ma presenta solo alcuni momenti un po' problematici da questo punto di vista come la scena del maltrattamento di Prissie da parte di Rossella, nonché alcuni stereotipi sugli schiavi neri come Pork, ma che questo va ricondotto all'epoca in cui fu girato, gli anni Trenta, e non può risultare un elemento sufficiente a squalificarlo artisticamente rispetto ai notevoli meriti precedentemente esposti.

voto 9/10

 

Vivien Leigh

Via col vento (1939): Vivien Leigh

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