Regia di Otto Preminger vedi scheda film
Grande noir, con la pioggia di notte, l'omicidio, e soprattutto l'intreccio di passioni e sentimenti. Il centro dell'azione è Laura, la quale attira su di sè le passioni di vari uomini ed è lei che muove la vicenda. Tuttavia credo che il vero protagonista sia l'uomo attempato che si innamora perdutamente di lei, anzi, più esattamente, si lascia travolgere da una passione che neppure vuole controllare. Egli proietta sulla pur affascinante donna tutto il suo desiderio frustrato di felicità e tutte le attese del suo cuore, e per questo perde ogni ritegno morale e buon senso. Si fa persino umiliare da lei a dai suoi pretendenti. Giunge anche ad azioni che contraddicono alla base i suoi stessi sentimenti. E' divorato dalla passione fino a perdere il senno. Le passioni si possono e si devono controllare, pena l'autodistruzione di sé. Lo stesso commissario di polizia si lascia prendere la mano dall'indagine, e poi catturare dal fascino di Laura, solo osservando il desiderio che aveva suscitato negli altri uomini e il suo ritratto alla parete. Praticamente giunge a innamorarsi di una morta. Il nascere di questo sentimento in lui è descritto con molta sensibilità e delicatezza, con opportuni accorgimenti nei suoi modi di fare. Il giovane Vincent Pryce, che non poteva interpretare un buono, è qui un uomo viscido, falso, malvagio, egoista, che - come senpre accade in questi casi - non manca di suscitare il fascino delle donne, le quali pur si rendono conto di quello che è. E' insomma un grande film, con un complesso intreccio di passioni, gelosie, doppi giochi, sospetti e colpi di scena. Come in altri capolavori del genere, il regista ha il merito di non approvare il male che commettono i personaggi; forse li guarda scuotendo il capo e con un po' di compassione.
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