Regia di Dario Argento vedi scheda film
Una giovane americana si trasferisce in Germania, per studiare danza in un'accademia di Friburgo. La scuola diventerà teatro di una serie di efferati delitti.
A differenza della maggioranza, mi permetto di dissentire e di non considerare quest'opera un capolavoro. Si tratta certamente sldi una pellicola che colpisce con forza visiva, ma che inciampa nella sostanza. Il regista, maestro indiscusso del thriller (basti pensare a “Profondo Rosso”, “L'uccello dalle piume di cristallo” o ancora più avanti a "Tenebre") sembra smarrire la bussola appena si addentra nei territori dell’horror sovrannaturale. Qui abbandona l’eleganza del mistero e dell’indagine per inseguire un’estetica barocca e allucinata, sacrificando la coerenza narrativa sull’altare del colore e del suono. Il risultato è un’opera visivamente ipnotica e, sicuramente, anche espressivame raffinata, ma spesso priva di tensione vera. Le immagini, pur meravigliosamente composte, sembrano fine a sé stesse, e la storia si perde in un delirio onirico che raramente coinvolge davvero lo spettatore. Argento, tanto abile nel costruire enigmi e atmosfere inquietanti nel suo periodo giallo, sembra qui più interessato a impressionare che a raccontare. “Suspiria” è un qualcosa che si guarda, più che si vive. E in questo passaggio dall’intelletto all’istinto, Argento perde quella precisione che lo aveva reso grande.
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