Regia di Erkko Kivikoski vedi scheda film
Giovane e bella insegnate di lingue, appena trasferitasi presso il liceo locale, assiste silenziosa e contrariata all'espulsione di uno studente trovato ubriaco fuori dalla scuola dopo una festa. Ancora vergine e con una dolorosa esperienza sentimentale alle spalle, da un lato respinge le avances di un maturo collega che la corteggia e dall'altro finisce per diventare l'amante del problematico allievo cui aveva accettato di dare lezioni private.
Tratto dal famoso romanzo (Vergine Romanica del 1694) della scrittrice di Lathi Kerttu-Kaarina Suosalmie e dalla stessa sceneggiato, il film di Erkko Kivikoski rappresenta un interessante contributo della remota cinematografia finlandese alla più generale e trasversale esperienza della Nouvella Vogue europea (ricordiamo 'L'asso di picche' del 1964 e 'Gli amori di una bionda' del 1965 del giovanissimo regista ceco Milos Forman), dove accanto alle tematiche sociali legate alle nuove generazioni (la libertà sessuale e culturale, gli accesi contrasti generazionali, la critica all'ipocrisia ed al perbenismo di una società calvinista) si sperimenta un linguaggio nuovo ed originale che frequenti in maniera estemporanea i luoghi deputati di questa rivoluzione (la scuola, i ritrovi giovanili, la camera da letto!) pedinando i suoi protagonisti attraverso una indagine sensibile e attenta al disagio ed ai sottili processi di ribellione psicologica (il corpo usato come strumento fondamentale di affermazione dell'identità in netta opposizione alla cultura dominante ed alla insipienza delle convenzioni sociali). Fotografato in uno splendido bianco e nero e avvalendosi di un intelligente uso del montaggio, si iscrive la personale esperienza della bella protagonista (una 'santa laica' con qualche reticenza sessuale di troppo) in quella complessiva di una generazione consapevole e critica, che se da un lato non rinuncia al valore della cultura e del progresso sociale dall'altro cerca di scardinare gli assiomi di una ipocrita ambiguità (la bigottera delle colleghe più anziane, l'ignavia del collega spasimante, il rigido schematismo del dirigente scolastico). Film delicato e intelligente, alterna i toni più leggeri e smaliziati di una ricognizione del mondo giovanile con quelli più foschi e mesti di un rovello interiore pur non appesantendo mai l'atmosfera e bilanciando bene la descrizione dei caratteri entro una efficace ricostruzione d'ambiente. La maestrina, così simile ai suoi giovani allievi e distante dai suoi maturi colleghi, ritorna allegra e soddisfatta ai suoi doveri pedagogici dopo aver compiuto la sua sana e liberatoria missione sessuale. Le calde confessioni di una vergine finlandese.
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