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Schegge di follia

Regia di Michael Lehmann vedi scheda film

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La recensione su Schegge di follia

di Mr Rossi
5 stelle

Esempio de-generazionale della comicità giovanile americana di fine anni 80, sempre più a corto di idee nuove e con un umorismo di pessimo gusto sempre più cinico, anche se si tratta di una commedia surreale noir con lieto fine buonista. Probabile trampolino di lancio per due neodivi giovani e carini destinati a film migliori di questo.

  Insolita ma pacchiana commedia giovanile in grottesca ambientazione noir, che all' apparenza scimmiotta i più numerosi film e telefilm sentimentali d' ambientazione scolastica che allora, si parla di fine anni ottanta, imperversavano anche sui nostri schermi grandi e piccoli, con due neodivi protagonisti giovani, carini e squilibrati rappresentati fuori e dentro una scuola superiore di un paese della provincia americana dell' Ohio, frequentata da belle studentesse liceali, tipe top model vestite da segretarie particolari di yuppies, che a scuola fanno dei sondaggi così idioti che manco Marzullo farebbe, per poi farsi scopare dal primo bellimbusto universitario che trovano di sera, bulli muscolosi alla ricerca dello sfigato nerd da picchiare e della compagna di scuola da violentare, spinellomani rasta-grunge più o meno sballati, genitori assenti e monotoni, insegnanti alienati o menefreghisti, etc. Tra queste macchiette demenziali dallo spessore di una lattina vuota c’è anche il padre del protagonista, un imprenditore edile con la mania del fitness casalingo e delle demolizioni esplosive  vagamente ispirato al futuro presidente Donald Trump, allora già noto milionario palazzinaro. Strano che non ci sia anche il solito serial-killer mascherato tipo "Halloween" e "Venerdì 13" ma il personaggio principale interpretato da Christian Slater, oltre che essere più bello è sicuramente più complesso e inquietante, anche secondo un anziano cinecritico italiano che lo ha definito "un personaggio difficile da dimenticare".

 

   Chi si aspetta di vedere qualche breve scena di nudo rimarà amaramente deluso. Purtroppo per i suoi fans, la graziosa attrice allora ventenne Winona Ryder non si è mai spogliata davanti alle cineprese e meno male che sarebbe cresciuta in una comune di hippies che giravano nudi dalla mattina alla sera. In altri film precedenti a tema goliardico scolastico americano un personaggio come quello di Slater, un bel ragazzo benestante che si atteggia a tipo un po’ ribelle anticonformista, intellettuale e solitario, si sarebbe limitato a qualche scherzo goliardico e a qualche scopata. In questo film progetta di sterminare i suoi compagni di scuola con una bomba ad orologeria piazzata sotto la palestra. Lo fermerà per sempre la sua ex ragazza Veronica Sawyer (Ryder) dopo essergli stata complice in tre omicidi premeditati, dei quali il terzo commesso da lei con una pistola di piccolo calibro, ancora convinta che si trattasse solo di uno scherzo stupido. Subito dopo il suicidio del pericoloso psicopatico stragista Jason Dean detto J.D., Veronica offre la sua amicizia a una ragazza obesa emarginata che aveva tentato il suicidio, che a sentire una delle sue ex amiche doveva suicidarsi dopo la nascita.

 

   Dopo aver visto tutto ciò una domanda mi sorge spontanea: Ma chi crede a questo film? Tutto è volutamente cinico, finto e surreale, a cominciare dai titoli di testa al ralenti con il sottofondo della vecchia e sdolcinata canzoncina di Doris Day "Que serà serà" . In questo confuso pastrocchio giovanile con un bilancio finale di quattro morti, si assiste spesso soltanto a un repertorio di noiose dissertazioni sul disagio adolescenziale della protagonista mentre le scrive sul suo diario, per poi finire con le deliranti invettive del suo folle ex ragazzo: "Il caos è grande, il caos ha ucciso i dinosauri! Possibile che nessuno mi ama?!". Risposta di lei: "Ti credi un ribelle? Sei solo uno psicotico del cazzo!". Per la cronaca in questo film di folli ventenni americani non c'è di mezzo nessuna droga pesante. Come trama andiamo più indietro e si scopre che non è tutta frutto della fantasia di questo regista, essendo molto simile a quella di un più datato e dimenticato film americano del 1976 intitolato "Massacro al Central College" dell’ ancor più sconosciuto René Dalder, addirittura più involontariamente grottesco di "Schegge di follia". Guarda caso in quel vecchio film un altro "bravo ragazzo", reso zoppo da un atto di vendetta di un branco di tre o quattro teppisti picchiatori di studenti e stupratori di studentesse, eliminava ad uno ad uno i più antipatici e violenti compagni di scuola, compresi quelli dell' odioso gruppetto di bulli, facendo passare i suoi delitti per incidenti, per poi finire disintegrato da una bomba da lui preparata per far saltare in aria l' odiato college con tutti quelli che c' erano dentro (vi ricorda qualcun altro?).

 

   La lezione buonista finale del quasi involontario (?) remake di Lehmann, della serie "vogliamoci tutti bene belli o brutti che siamo" risulta talmente poco credibile da sembrare appiccicata con la gomma da masticare, specialmente dopo aver visto la Ryder assistere indifferente al suicidio esplosivo di Slater con tanto di sigaretta in bocca accesa dal grande botto. Ma considerando che dietro a questo film apparentemente assurdo ci sono state veramente delle stragi nelle scuole americane commesse da studenti armati e altrettanti suicidi di ragazzi e ragazze depressi c'è veramente poco da ridere. Tanto per fare un esempio di questo "sofisticato humor nero americano new age" , il giovane serial-killer J.D. dopo il suo secondo duplice omicidio, si giustifica con la sua ingenua complice Veronica dicendo: "La stagione del rugby è finita... Quelli non avevano niente di meglio da offrire alla scuola che stupri e barzellette sull' AIDS". Altrettanto esemplare di questo umorismo da obitorio, quest' altra frase detta da una folle insegnante svanita sempre alla Ryder: "Pensaci Veronica, il suicidio potrebbe essere la scelta più importante della tua vita". Dopo aver sentito una tale assurdità, la sua alunna gli consiglia di tornarsene ai suoi filmati amatoriali di cronaca scolastica. 

 

   Rispetto a quell' ignoto film del 1976 il suo derivato del 1988 è stato considerato da alcuni cinefili e cinecritici nostrani un film controcorrente, politicamente scorretto e originale, anche se al cinema fu poco distribuito e ancor meno visto dal pubblico. Visto oggi sembra l' ennesima conferma che i peggiori detrattori della società americana sono proprio certi registi americani, che magari vedono delle rappresentazioni metaforiche dell' American Way of Life o di rampantismo yuppie anche negli spot del pollo fritto. Cose notate più dai cinecritici italiani che da quelli d' oltreoceano e bisogna considerare che all' epoca, durante la quale da noi erano ancora di moda i paninari, qualsiasi film insolito provieniente dagli States era considerato una curiosità imperdibile. Secondo un altro cinecritico italiano "Il regista non risparmia niente e nessuno, nemmeno la gioventù bruciata che il protagonista rappresenta. Un esordio caustico e sorprendente, all' insegna del cinismo antireaganiano e dell' iperrealismo formale alla Lynch". 

 

   Ma ormai oggi c’è poco o niente da riflettere su questa strana opera prima anticonformista di un allora regista esordiente girata in un periodo in cui nei film di ogni genere Made in USA si ostentava troppo edonismo da videoclip e le idee nuove scarseggiavano da un pezzo in un deserto vuoto di fantasia, un probabile trampolino di lancio per due giovani future star destinate a recitare sotto la direzione di altri registi molto più affermati e fantasiosi in film migliori di questo, un cult sottovalutato per molti o per qualcuno soltanto un orrendo manifesto generazionale di un decennio finale del secolo scorso da dimenticare assolutamente, robaccia trash da disgusto istantaneo. Secondo me in quel contesto giovanile di fine Novecento questo film ci sta dentro benissimo e probabilmente con il passare del tempo diventerà un film di culto per qualche giovane cinecritico americano, come è già successo per i più datati film comico-goliardici Animal House Porky's. Pare che Schegge di follia fu più visto in Italia che nel suo paese di origine e purtroppo per chi è piaciuto, oggi non si vede più in televisione da molti anni ed è irreperibile anche nel mercato dell' usato dei Dvd e Blue-ray. Una delle cooprotagoniste, la recentemente scomparsa Shannen Doherty, pochi anni dopo divenne protagonista di un noto telefilm che visto oggi può sembrare l' antitesi di questo film. Sui destini delle altre due belle attrici del cast sarebbe meglio stendere un velo pietoso. Dopo le riprese una delle due venne mollata da Slater per la Ryder per poi morire giovane di una rara malattia.

 

   Successivamente quest' oggi giustamente dimenticato regista americano della classe 1957, allora appena notato dalla critica italiana, cambiò decisamente genere e girò meno di dieci titoli, per la maggior parte delle più banali e meno viste commedie, tra i quali alcuni grossi fiaschi al botteghino come l' action-comedy "Hudson Hawk - Il mago del furto" (1991) con Bruce Willis e la commedia sentimentale al femminile "Perché te lo dice mamma" (2007) con la fu Diane Keaton, premiati con l' assai poco invidiabile premio americano del The Razzie Awards per il peggior film e la peggior attrice protagonista dell' anno. Sicuramente più interessante della carriera registica di Micheal Lehmann è questo giudizio finale sul suo primo film, scritto da un altro cinecritico italiano e pubblicato sulle pagine del suo dizionario cinematografico: "Fino a che punto, sia pure in una commedia come questa, si può camuffare con il cinismo l' indignazione etica e la protesta sociale?".

 

 

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