Regia di Rok Bicek vedi scheda film
Class Enemy (2013): Igor Samobor
In una scuola slovena a sostituire la professoressa di tedesco incinta arriva un docente molto formale, appassionato di Mozart e Thomas Mann. Con la classe “migliore” il rapporto è subito difficile, finché una studentessa si suicida. I compagni prendono di mira il professore, lo accusano di nazismo e sadismo, mettono in atto ritorsioni passive e attive che finiscono per coinvolgere la scuola tutta e le famiglie. Diretto da un regista ventottenne, Rok Bicek, Class Enemy ha fatto discutere per come affronta frontalmente, con qualche schematismo, problemi pedagogici universali.
Class Enemy (2013): scena
Il prof di tedesco incarna l’insegnamento antico, austero, formale, algido; per contro la sostituta, la preside e il resto del corpo docenti sono il “nuovo che avanza”, un po’ insegnanti e un po’ amici, accondiscendenti rispetto alle intemperanze identitarie di studenti adolescenti. A sorpresa, la cosa più interessante del film riguarda la Storia con la maiuscola: Slovenia, ex Jugoslavia, l’imprinting del conflitto che affonda nella Seconda guerra mondiale (la dura occupazione tedesca) e si rivela oggi nella sua più chiara metafora (alla fine gli studenti si scannano tra loro, e il solo lucido pare essere il... cinese). Sullo studio dei caratteri pesa invece una certa programmaticità (l’insegnante di tedesco, molto ben interpretato da Igor Samobor, è fin troppo esemplare), perdonabile in un’opera prima (corti a parte) di notevole forza.
Class Enemy (2013): Rok Bicek
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