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Sapore di te

Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film

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La recensione su Sapore di te

di orsotenerone
6 stelle

La fine dolceamara di un’estate che non tornerà più

Sapore di te” non è solo il seguito di Sapore di mare, ma un racconto che prende la nostalgia degli anni passati e la porta in un tempo diverso, quello degli anni Ottanta. Carlo Vanzina riesce a mescolare la sua cifra stilistica con un’aria di malinconia che permea l’intera pellicola. Quella che una volta era una spensierata commedia generazionale, ora si trasforma in una riflessione sul tempo che cambia, sull’effimero, sul passaggio da un’epoca all’altra.

 

Le vicende si svolgono ancora lungo la costa della Versilia, ma è come se il paesaggio fosse cambiato insieme ai suoi abitanti. Non ci sono più le stesse auto, non ci sono più le stesse spiagge affollate di ragazzi spensierati. Le macchine sportive degli anni Ottanta, gli abiti più colorati e i discoteche di lusso raccontano un’epoca che sta già per terminare, ma il cuore del racconto è un altro: la consapevolezza che il mondo che avevamo conosciuto, quello delle estati senza fine, è ormai un ricordo sbiadito, una parte di noi che non tornerà più.

 

Sebbene le premesse sembrino quasi essere quelle di una commedia estiva, Sapore di te è molto più di questo. Vanzina non si limita a descrivere l’amore e la giovinezza, ma ci presenta anche una riflessione più profonda, quella sulla fine di un ciclo, sulla morte di un’epoca che era segnata dalla leggerezza e dalla voglia di vivere senza pensieri. Il finale, senza troppi fronzoli, arriva come un colpo al cuore, ricordandoci che quei giorni dorati sono svaniti per sempre. È un addio, quello che Vanzina ci consegna, ma non è un addio dolce, piuttosto un atto di consapevolezza, un’arrendevolezza verso la realtà che non possiamo più cambiare.

 

Il cast, come sempre nelle pellicole di Vanzina, è formidabile. Vincenzo Salemme e Maurizio Mattioli, pilastri della commedia all’italiana, offrono una performance solida, ma è Giorgio Pasotti, con il suo carisma da “ragazzo della porta accanto” ormai perduto, a incarnare perfettamente il senso di perdita che attraversa tutto il film. Nonostante il tono generale di nostalgia, il suo personaggio, come un’auto sportiva che sfreccia sulla strada, è destinato a svanire all’orizzonte. Martina Stella e Serena Autieri completano un cast che rende omaggio a una generazione di attori che hanno segnato quegli anni e che, proprio come i personaggi di questa pellicola, stanno lentamente lasciando spazio a nuovi volti.

 

Sapore di te non è un capolavoro, ma è un film che racconta con sincerità un periodo che oggi sembra lontano, ma che in realtà è ancora impresso nelle nostre menti. Vanzina non cerca di creare un’opera nostalgica e artefatta, ma ci racconta una storia che sa di estate, di mare, di passioni, ma anche di cambiamento. E mentre le onde del mare si infrangono sulla riva, ci ricorda che, come tutto, anche il nostro passato è destinato a scomparire. Così come i sogni di gioventù, così come la luce di quelle estati senza fine. Un addio che, seppur malinconico, arriva come una liberazione. Il film è una piccola pietra che, anche se imperfetta, arricchisce la lunga tradizione della commedia all'italiana, che ha sempre saputo raccontare con ironia e cuore le contraddizioni di un’Italia che non esiste più, ma che vive ancora nei ricordi di chi l’ha vissuta.

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