Regia di Piotr Szulkin vedi scheda film
MUBI - Piotr Szulkin
Secondo la leggenda ufficiale, chi viene a conoscenza della cabala, e in particolare dei poteri legati ai nomi di Dio, può fabbricare un golem, ovvero un gigante di argilla, forte e ubbidiente, servile al suo creatore, e che può essere usato dal medesimo come servo, soprattutto per svolgere lavori pesanti e come difensore del popolo ebraico dai suoi persecutori.
Il cinema, dai suoi albori, è sempre stato attratto da questa figura magica, tenebrosa, non sempre soggiogata al suo creatore.
A partire dalla versione perduta attribuita a Paul Wegener del 1914, alla versione del 1936 di Duvivier, a quella di Amos Gitai del 1991, fino ad arrivare a 3/4 versioni dal 2000 ad oggi, tutte non proprio indimenticabili.
Il quarto film dello stravagante regista polacco Piotr Szulkin è ambientato in un futuro distopico, dedito alla manipolazione genetica e medica, attraverso la quale un gruppo di medici e scienziati cercano di creare un essere umano sempre "migliore" In questo contesto, dai toni inquietanti e sin apocalittici il mite uomo conosciuto come Pernat, risalta a prima vista come un individuo mite e indifeso, ma di fatto sospettato di essere un normale essere umano di tipo originario, in un mondo dove la normalità è stata soppiantata da una forma di esistenza controllata, forgiato attraverso un materiale argilloso in grado di inculcare un più adeguato contesto di pensiero, più adeguato ed uniformato per affrontare un'epoca di sin troppo sconcertanti evoluzioni.
In questa caotica, bizzarra, ma assai affascinante versione del mito del Golem, si procede in senso inverso: infatti il protagonista, invece di essere creato per proteggere, sembra piuttosto apparire come un uomo originario, e come tale non più all'altezza dei tempi e delle situazioni, in un mondo di mostri. Pernat, uomo mite nella medietà qualunque del suo apparire, mesto ma non proprio arrendevole, dà luogo ad una vera e propria anomalia all'interno di un sistema che cerca di normalizzare, standardizzare ed automatizzare l'umanità.
Il Golem, nella sua accezione tradizionale ebraica, nasce come essere manipolato nella creta, creato per proteggere l'umanità.
Invece nel film di Szulkin, il Golem si trasfigura in una figura ambigua, in un uomo sospettato di essere ancora genuinamente umano in un contesto squallido fatto di mostri e manipolazioni.
Szulkin sviluppa la vicenda in modo tutt'altro che lineare, attraverso interrogatori e flashback, che danno modo allo stravagante autore polacco di sviscerare le inquietanti dinamiche di un mondo alienante, violento, dove la realtà stessa sembra essere completamente manipolata come l'argilla che plasma i nuovi esseri umani, allineati ed educati alla solenne obbedienza.
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