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La cognatina

Regia di Sergio Bergonzelli vedi scheda film

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La recensione su La cognatina

di moonlightrosso
3 stelle

Un film che secondo alcuni avrebbe ispirato l'assai più acclamato "Io ballo da sola" di Bernardo Bertolucci

Commedia erotico-provinciale girata a ridosso del suo sequel "Il compromesso erotico", tale annunciato nei titoli di coda del film, che inaugura un curioso sodalizio tra il compianto cineasta piemontese e la meteora Karin Well (all'anagrafe Wilma Truccolo), la quale fruì in quegli anni di una fugace popolarità per una vaga rassomiglianza con Raffaella Carrà, tanto da costituirne, si disse, la sua "sosia svestita".

In cotanta bergonzellata, la Truccolo è chiamata a rivestire il ruolo di Monica (che verrà dalla stessa ripreso nel capolavoro dell'infimo "La zia di Monica" (1979) a firma dell'ex steward dell'"Alitalia" Giorgio Mille). Una volta conchiuso il ciclo di studi presso un rigido e religiosissimo collegio femminile, la giovinetta, sfortunatamente orfana di entrambi i genitori, viene trasferita a casa della sorella maggiore Sabina (una conturbante Greta Vaillant) che vive con il marito pittore Luca (Robert Woods) in un imprecisato paesello della Ciociaria. A dispetto di ciò che le era stato impartito in collegio e dopo aver accennato a un interesse saffico verso la sorella, tanto per non farsi mancare nulla, Monica perderà la verginità con Luca; si fidanzerà con Firmino (Carlo Vitolano), svogliato studente in legge e centravanti della squadra locale e sedurrà persino il fattore ritardato Cicillino (anch'egli presente nel "Compromesso Erotico", sempre in persona del clone povero di Pippo Santonastaso Alfredo d'Ippolito inaugurante, al pari della Well, un breve sodalizio bergonzelliano in parti a lui evidentemente congeniali di scemo del villaggio). Con il valente ausilio della prostituta del paese Taide (Mimma Biscardi), copulerà vestita da odalisca per non farsi riconoscere e spacciandosi per moglie di un emiro (si ride?) con tutti i componenti della squadra di calcio del paesello limitrofo, riducendoli allo sfinimento, in guisa d'una "Cicciolina e Moana ai Mondiali" ante litteram e con Cicillino in posizione privilegiata in veste di guardone camuffato da lampada!!!. Il tutto in vista di una delirante partita alla quale farà da cornice sugli spalti l'intera comunità, prostituta inclusa!! A essa farà seguito un altrettanto delirante rissa fra giocatori terminata con immancabile lancio di torte in faccia previo annuncio dei relativi gusti: alla crema...al cioccolato e persino al pomodoro!!!

Privo di attori di punta, il Bergonzelli tenta, ovviamente senza riuscirci, una commedia corale con interpreti che non funzionano nè tantomeno fanno ridere, compensando la pochezza del contesto narrativo con una buona dose di nudi integrali e di soluzioni trash visibili per lo più nella versione uncut della pellicola che il sottoscritto ha avuto la fortuna (o la sfortuna mettetela come vi pare) di visionare.

In perfetta linea con il cattivo gusto bergonzelliano è doveroso richiamare alle nostre cinefili memorie i numerosi ed espliciti accoppiamenti fra animali che vedon coinvolti buoi e cavalli, piazzati lì tanto per fare metraggio; le scene erotiche discretamente hot, con tanto di stantuffate (a vuoto) dei partners maschili e addirittura un rapporto zoofilo (fortunatamente solo accennato) fra Cicillino e un'oca!!!

Circa lo studio della psicologia dei vari personaggi il Bergonzelli, avallato dal copione vergato in collaborazione con Piero Regnoli, figura senz'altro apicale della nostrana spazzatura cinematografica, non tradisce certo la sua vena becera. A tal riguardo si va dalla prostituta politicamente impegnata a difesa della categoria Taide doppiata, secondo il più squallido degli stereotipi, con accento bolognese. A prescindere dalla minigonna "double-face" recante scritte "orario continuato" e "sempre aperto" nelle rispettive parti anteriore e posteriore dell'indumento, fonderà sacro e profano pregando la Madonna di incrementare la propria clientela!!! (vedere per credere!!); al fattore Cicillino, protagonista oltre che del testè citato rapporto zoofilo, di gags pietose dal sapore slapstick, consistenti prevalentemente nel ricevere a più riprese bordate di fango in faccia, nonchè nel farsi prendere a sberle dall'arcigna contadina Genoveffa (Jill Pratt). Parlando di cloni poveri, non possiamo non citare l'americano Robert Woods nel ruolo del pittore Luca e bizzarramente doppiato con accento napoletano. Brutta copia di George Hilton, fu uno dei tanti generici di quarta fascia hollywoodiani che sbarcarono il lunario nelle italiche e ispaniche terre dei sessanta e dei settanta in qualità di supereroi di scalcinati spaghetti-westerns.

Ad arricchire un panorama men che desolante, il genio di Bergonzelli inserisce, pensando di farci ridere, niente meno che il personaggio di Don Camillo, qui ereditato dall'assiduo caratterista della nostrana serie Z Pupo De Luca. Curato di campagna burbero e anticomunista per eccellenza, scoprirà suo malgrado una parentela con la prostituta Taide, la quale per ciò solo sarà soprannominata addirittura Peppona (altra geniale intuizione!!!). Don Camillo e Peppona assurgeranno per inciso ai ruoli di protagonisti assoluti nel più volte citato pseudo-sequel "Il compromesso erotico" con il testimone meretricio-pepponesco che passerà dalla "peperina" e pettoruta Mimma Biscardi alla "polputa" e altrettanto pettoruta Ria De Simone, sempre più sindacalista e sempre più politicamente impegnata, come vuole tradizione guareschiana.

Più volte bocciato in censura, pare che del film esista anche una versione estera contenente inserti hard girati dallo stesso Bergonzelli in virato verdastro (probabilmente trattavasi di pellicola scaduta), inserti dei quali l'adoratore del cinema "diversamente bello" non può che sentire l'esigenza di un pronto recupero; ciò a meno che le sequenze incriminate non siano finite in una qualche discarica (ma nel cinema hard, come qualcuno disse, mai dire mai!!).

A conclusione di queste brevi chiose, alcuni ipotizzano che il film in questione avrebbe ispirato l'assai più acclamato Bernardo Bertolucci per il suo "Io ballo da sola" (1996) e dal quale riprese: l'ambientazione agreste, la scoperta del sesso di una fanciulla in età post-adolescenziale, anch'essa orfana dei genitori (guarda caso!!!) e lo scompiglio da essa generato nelle vite dei relativi familiari, con particolare riferimento a certi parenti artisti (e anche qui che fatal combinazione!!!). Insomma e al di la di tutto "Io ballo da sola" di Bertolucci starebbe a "La cognatina" di Bergonzelli come "Eyes Wide Shut" di Kubrick starebbe "Ad un passo dall'aurora" di Mario Bianchi? Ai posteri...

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