Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
“La migliore offerta” di Giuseppe Tornatore è un film che ha grandi ambizioni, ma non mantiene la promessa. Inzia in modo affascinante, con un una messa in scena elegante e raffinata, e una trama che sembra promettere una profonda riflessione sul senso dell’arte e sulla sua valutazione. Ma col progredire della storia il tutto si perde. Il protagonista Virgil Oldman, un affascinante Geoffrey Rush, è un esperto d’arte con un’aura enigmatica e nevrotica. La sua storia con Claire, una misteriosa e inquieta Sylvia Hoeks, affetta da agorafobia sembra promettere un’interessante discesa agli inferi della mente umana, ma finisce con l’essere solo una piattissima e banale storia d’amore malamente condita con personaggi poco approfonditi e priva di qualsiasi sfumatura. Buona parte della trama e poco lineare con delle incongruenze, e nel racconto della della stranezza di Claire non c’è convinzione ne spessore. La fotografia e la regia sono secondo me gli unici elementi convincenti, con belle e raffinate inquadrature, ma non sono sufficienti a salvare una debole sceneggiatura e una superficiale caratterizzazione dei personaggi.
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