Regia di Paolo Bologna vedi scheda film
Finalmente sono riuscito a vedere FUORI DAL GIORNO, in una notte post febbrile è stata la visione migliore che si poteva auspicare per un film del genere. Genere sperimentale.
Fuori dal giorno (1983): locandina
Da sempre ero incuriosito dall’opera prima di Ennio Fantastichini (all’epoca solo un attore teatrale dalla grande testa di capelli) e dalle due righe di trama che dicevano e non dicevano. In effetti una sceneggiatura non c’è, una camera segue un uomo nel suo girovagare a piedi, in auto, in tram, sulla metro per vendere coca, raggiungere la fidanzata, l’amico montatore perché Leo il protagonista è anche un filmaker. Incontri diurni e notturni da semaforo giallo, all’insegna della confusione esistenziale se non generazionale. La critica delle giovani firme allora lodò FUORI DAL GIORNO, stufi dei vecchi tromboni e dell’aria asfittica del cinema italiano in generale bastava davvero poco per esaltarsi. Il film di Paolo Bologna deve tantissimo a John Cassavetes più che all’evocato ed ingombrante neorealismo (la zavorra di ogni esordiente). La metropoli e il suo microcosmo di anime che si sbattono da una parte all’altra alla ricerca di se stessi verrà raccontata meglio e con molta più profondità da Silvio Soldini – fin dal medio GIULIA IN OTTOBRE.
Leo è Leonardo Treviglio, interprete scorbutico e vagamente pasoliniano. Ennio è il grande Ennio Fantastichini, doppiato! Ma perché? Cloris Brosca è la ragazza di Leo: simpatica e guizzante. Musiche adeguate e suggestive del jazzista Maurizio Giammarco.
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