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Omicidio a luci rosse

Regia di Brian De Palma vedi scheda film

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La recensione su Omicidio a luci rosse

di Qualcunocheadorailcinema
9 stelle

Un attore disoccupato è coinvolto in un bizzarro piano omicida, mentre è in casa di un amico e spia una bellissima donna vicina di casa.

 

 

Un vertice stilistico nella carriera di Brian De Palma, che qui affina ulteriormente quanto già sperimentato in Vestito per uccidere. "Body Double" (Omicidio a luci rosse) è un thriller metacinematografico che riflette sul desiderio, sull'illusione e sul potere manipolatorio dello sguardo, confermando l'autore come uno dei più lucidi e spregiudicati registi americani degli anni ’80. Al centro della vicenda c'è un attore in crisi, fobico degli spazi chiusi, che viene risucchiato in una spirale di ossessione erotica e mistero omicida, in un gioco di specchi dove realtà e finzione si mescolano fino a diventare indistinguibili. Il film combina suspense hitchcockiana (evidente l'omaggio a "La finestra sul cortile" e "La donna che visse due volte") con una messa in scena visiva ipnotica, fatta di lunghi piani sequenza, carrellate eleganti, luci al neon e composizioni da quadro. De Palma costruisce ogni inquadratura con una precisione maniacale, sfruttando al massimo le potenzialità del montaggio e del linguaggio cinematografico per manipolare la percezione dello spettatore, che, come il protagonista, diventa voyeur e vittima allo stesso tempo. La componente erotica, volutamente sopra le righe e intrisa di ironia, è parte integrante di un discorso più ampio sul cinema come macchina del desiderio: la sequenza del set pornografico, tra le più iconiche del film, rivela la natura illusoria del mezzo filmico e ne svela i meccanismi, ma senza mai perdere in tensione o fascino. "Body Double" è un film che gioca con i generi noir, erotico, horror ma con una consapevolezza intellettuale che lo eleva ben oltre il puro esercizio di stile. Narrativamente audace, capace di ribaltare più volte le aspettative dello spettatore, è un'opera che incanta, disorienta e sorprende. Incompreso da molti alla sua uscita, oggi si impone come una delle opere più personali e coraggiose di De Palma, nonché come una lucida riflessione postmoderna sul cinema, sul voyeurismo e sull'identità. Un cult assoluto.

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