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Non guardarmi, non ti sento

Regia di Arthur Hiller vedi scheda film

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La recensione su Non guardarmi, non ti sento

di Letiv88
7 stelle

Una fuga comica ben calibrata, sostenuta da due protagonisti in stato di grazia e da una regia che sa quando farsi da parte. Scorre, diverte e rimane sincera fino all’ultimo.

Diretto da Arthur Hiller, che negli anni ’70 aveva già maturato una solida esperienza nella commedia e aveva inaugurato la collaborazione tra Gene Wilder e Richard Pryor con Wagons-Lits con omicidi (1976)Non guardarmi: non ti sento (1989) punta tutto sulla loro alchimia. Una commedia brillante, semplice e divertente, che ancora oggi riesce a strappare risate anche quando sai già cosa sta per succedere. Cinema leggero fatto con mestiere, diretto in modo pulito e senza complicazioni inutili.

David “Dave” Lyons (Gene Wilder), affetto da sordità, gestisce un chiosco di giornali a New YorkWallace “Wally” Karue (Richard Pryor), cieco, entra nella sua vita quando si presenta in cerca di lavoro e Dave decide di assumerlo. La loro routine viene spazzata via quando, nel negozio, irrompe un uomo agitato inseguito da una donna affascinante e pericolosa di nome Eve (Joan Severance). Nel giro di pochi secondi davanti a loro avviene un omicidio, ma ciascuno dei due percepisce solo una parte della scena: Dave “vede” qualcosa senza sentirlo, Wally “sente” qualcosa senza vederlo.

Le loro testimonianenze, sincere ma inevitabilmente incomplete, li trasformano nei principali sospettati, e la polizia li arresta. La situazione precipita quando scoprono di essere finiti nel mirino anche dei veri criminali, convinti che i due sappiano molto più di quanto in realtà abbiano capito. Costretti a fuggire, Dave e Wally cercheranno di dimostrare la propria innocenza sfruttando i loro sensi complementari, trascinati in una serie di equivoci, inseguimenti e situazioni sempre più folli.

Hiller sceglie una regia che non invade mai la scena. È lineare, controllata, pensata per lasciare spazio ai tempi comici dei due protagonisti. Conoscendo bene Wilder e Pryor sin dalla loro prima collaborazione, spesso li lascia improvvisare e tiene la macchina da presa accesa più del necessario per cogliere momenti spontanei che finiscono direttamente nel film. Il ritmo è costante, l’azione chiara e l’obiettivo è uno solo: far funzionare la coppia senza sovraccaricarla di artifici.

La sceneggiatura firmata da Earl BarretArne Sultan ed Elliott Wald punta tutto sulla meccanica comica. Il gioco narrativo sordo/cieco è sfruttato con intelligenza, senza cattiveria e senza esagerare. La storia resta lineare perché deve esserlo: esiste per mettere i due protagonisti nelle condizioni ideali per far scattare le gag. Nessun sottotesto nascosto, nessuna ambizione fuori misura. Un copione onesto che si regge sul ritmo, sugli equivoci e sull’energia dei personaggi.

Gene Wilder interpreta Dave con una comicità immediata fatta di tempi secchi, reazioni precise e un uso del volto che valorizza alla perfezione la sordità del personaggio. Richard Pryor costruisce Wally con energia e istinto: la cecità non diventa mai una gag gratuita, ma un modo per creare ritmo e quella confusione controllata che gli riusciva naturale. La chimica tra i due è evidente fin da subito, e questo film è uno degli ultimi in cui mostrano davvero tutta la loro energia comica, prima che i lavori successivi inizino a perdere un po’ di quella freschezza.

Joan Severance, ex modella e volto molto noto negli anni ’80, dà a Eve un’eleganza fredda e una presenza minacciosa che funziona bene nel contesto dell’intrigo: il suo carisma visivo aggiunge al personaggio una nota di seduzione che non richiede spiegazioni. Kevin Spacey, agli inizi della carriera, interpreta Kirgo con sicurezza: un antagonista asciutto e nervoso, già con quella sfrontatezza destinata a diventare un suo tratto distintivo.

Non guardarmi: non ti sento non è un film da analizzare in profondità: è un film da godersi. Fa esattamente ciò che promette e lo fa con continuità. E quando una commedia riesce a strapparti risate ogni volta, anche quando sai già tutto, significa che ha centrato il bersaglio.

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