Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Tra i 25 film (circa) che ho visto di Ingmar Bergman, questo è quello più vecchio dal punto di vista cronologico: una delle sue prime opere, in cui si narra la storia di un ragazzo rimasto cieco durante il servizio militare, che cade in depressione e fatica ad affermarsi come pianista, ma che alla fine troverà l'amore di Ingrid, una ragazza di umili origini che aveva conosciuto in casa degli zii e che, dopo varie esitazioni, accetta di sposarlo. Opera certamente minore, come un po' tutte quelle giovanili del regista, ancora immatura a livello espressivo, su cui non vale la pena soffermarsi più di tanto: risulta poco bergmaniano e fin troppo melodrammatico, per quanto si possano trovare già molte anticipazioni degli interessi esistenziali e dell'interrogazione religiosa e antropologica che il regista condurrà con una costanza ammirevole per circa cinquant'anni di cinema. Da segnalare che questa è l'unica collaborazione fra Bergman e la famosa attrice e regista Maj Zetterling, che fornisce una buona prova nella parte di Ingrid, anche se il film è dominato dalla presenza di Birger Malmsten, attore feticcio del primo Bergman. Il tema della disabilità è trattato comunque con rispetto e senza pietismo, anche se la scrittura per molti versi risulta ancora un po' acerba.
voto 6/10
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