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Morte di un matematico napoletano

Regia di Mario Martone vedi scheda film

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La recensione su Morte di un matematico napoletano

di steno79
8 stelle

"Morte di un matematico napoletano" è stato il primo film di Mario Martone, regista che veniva da importanti esperienze teatrali con compagnie, come Falso movimento, che avevano rivoluzionato la scena napoletana. Il film conserva una voluta impronta teatrale nel rievocare l'ultima settimana di vita prima del suicidio di Renato Caccioppoli, insigne professore universitario di matematica divorato dal male di vivere, dall'alcoolismo e dal fallimento esistenziale.

Si tratta di una pellicola difficile, rifiutata da una parte di pubblico e critica come noiosa e sfocata, ma è un preludio probabilmente inevitabile per tutto il cinema di Martone in arrivo negli anni successivi, dunque la sua importanza non può facilmente essere sminuita. Martone rifiuta, come farà anche altre volte in futuro, una drammaturgia tradizionale per un ritratto volutamente frammentario, fatto di piccole tessere che si sommano le une alle altre per restituire un'immagine del matematico, ma anche di Napoli che agisce come una sorta di specchio deformante. Di Renato il film ci descrive soprattutto l'angoscia che lo accompagna negli ultimi giorni, un nichilismo che va a braccetto con le delusioni politiche e sentimentali, un'incapacità a collocarsi in una realtà di cui gli sfugge il senso, nonostante il suo status di scienziato e intellettuale.

Martone rende con efficacia tutto ciò, con una scrittura disadorna, aspra e irregolare che non sarà apprezzata da chi cerca una biografia tradizionale, ma che si avvale con intelligenza di mezzi cinematografici come una fotografia di Luca Bigazzi dalle tinte giallastre e slavate che è il perfetto correlativo oggettivo dell'animo devastato di Renato. Probabilmente ci sono alcune lentezze ed esitazioni di troppo, alcuni personaggi secondari non necessari, una certa dispersione del materiale narrativo, ma il film rimane una testimonianza meditata e sofferta sul calvario laico di Caccioppoli, con molti agganci alla decadenza di una Napoli fuori dal tempo, fatiscente ma stranamente affascinante come sarà nel successivo "L'amore molesto". Molto buona la performance del teatrante Carlo Cecchi, attore dotato di sguardi ed espressività tagliente, in un contesto minimalista che funziona grazie anche agli apporti del ricco cast, in cui si segnalano le prove di Anna Bonaiuto come moglie, di un giovane Toni Servillo come futuro assistente, dello sfortunato Antonio Neiwiller come sacerdote, di Renato Carpentieri come fratello.

A mio parere leggermente manieristico e un po' chiuso in sé stesso, ma non privo di vitalità e dominato da un secco rigore, "Morte di un matematico napoletano" è un esordio di tutto rispetto per Mario Martone.

Voto 8/10

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